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ARCI, Giorno del Ricordo: BASOVIZZA E LA MEMORIA DIVISIVA

Si concluderà venerdì 10 febbraio alle ore 17, presso l’Archivio di Stato, il ciclo di conferenze che l’Arci ha organizzato per ricordare le grandi tragedie legate all’Olocausto e alle Foibe, unendo la riflessione sulla Shoah e la Giornata della Memoria a quella del Ricordo. Il prof. Leonardo Raito parlerà di Basovizza il cui abitato, il 29 e il 30 aprile 1945, divenne il fulcro di numerosi e tragici combattimenti tra le forze jugoslave, giunte a liberare la città di Trieste, e le ultime unità tedesche in ritirata. Per gli italiani – afferma il Prof. Raito – rappresenta il simbolo della memoria della tragedia delle foibe, tragedia che si è prestata per un uso pubblico e politico della storia. Ma Basovizza è anche l’altra faccia di una pagina di storia che, per gli sloveni, è simbolo della repressione dello stato fascista, che nella località carsica condannò a morte alcuni militanti antifascisti dell’associazione clandestina “Borba”. La stessa località quindi, si carica di connotati diversi a seconda della visione degli eventi e alimenta memorie divisive che tuttavia non possono essere trascurate. La storiografia slovena, negli ultimi anni, ha dedicato ampi studi alle memorie di confine che se analizzate e comparate con le ricostruzioni italiane, possono consentire di trarre un bilancio dei tragici eventi che hanno caratterizzato il fascismo in Venezia Giulia, la seconda guerra mondiale e la resistenza.

Leonardo Raito ha studiato all’Università di Ferrara dove si è laureato in lettere moderne, con una tesi sui rapporti tra i comunisti italiani e quelli sloveni nel delicato periodo della resistenza condotta sotto la guida di Salvatore Sechi, di cui poi è diventato collaboratore e la supervisione di Raoul Pupo e Mirco Dondi.

Ha successivamente completato la sua formazione accademica con studi dottorali all’Università del Litorale di Capodistria, master di area politologica (Luiss, Università di Padova) e storica (Università Niccolò Cusano), e seguendo corsi di formazione post laurea in atenei italiani e stranieri (Harvard University, Georgtown, Columbia, Leiten, National Research University Mosca)

È stato socio Sissco (Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea) e Sism (Società italiana di storia militare). È inoltre socio della Fondazione di Storia di Vicenza.

Sulla Prima guerra mondiale ha indagato le tematiche relative all’impatto del conflitto sui soldati, al ruolo dei generali, alla memoria della guerra e alla psichiatria di guerra. Ha progettato e codiretto, con Salvatore Sechi, il progetto di ricerca su Gaetano Boschi e la psichiatria di guerra finanziato con fondi FAR dell’Università di Ferrara nel 2006. I suoi studi, pubblicati in rilevanti collocazioni editoriali scientifiche, sono citati dalla migliore letteratura nazionale e internazionale tra cui la monumentale Storia della Prima Guerra mondiale curata da Jay Winter per la Cambridge University Press.

Sulla Resistenza ha dedicato varie ricerche alle vicende del confine orientale pubblicando monografie e saggi pubblicati da editori e da riviste internazionali citati a livello europeo. Si è occupato in particolare dei rapporti tra comunisti italiani e sloveni al confine orientale, alla figura di Vincenzo Bianco e alle foibe.

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