Al teatro parrocchiale di San Bortolo la consegna delle benemerenze ai donatori. Un polesano ogni 10 è volontario del sangue Avis e/o ha espresso il consenso alla donazione di organi come socio Aido
ROVIGO, 22 ottobre – Avis e Aido condividono un grande valore nella scelta di donarsi, per far stare bene chi ha bisogno di cure. E così la Festa dei donatori Avis e Aido comunali di Rovigo, giunte rispettivamente alla 68esima Giornata del donatore di sangue e alla 43esima Giornata del donatore di organi, ha celebrato al teatro parrocchiale di San Bortolo la solidarietà che scavalca i confini e le difficoltà del periodo.
La consegna di diplomi e benemerenze ai donatori di sangue rodigini si è sommata ai riconoscimenti dalle autorità locali al bene prezioso che i donatori Avis e Aido costruiscono nell’essere “presenza che soccorre quando c’è più bisogno”, hanno ricordato il vice prefetto vicario Rosa Correale, il vice presidente della Provincia Graziano Azzalin e l’assessore comunale all’Associazionismo Erika Alberghini.
Alla Festa dei donatori 2022 erano 229 i donatori Avis – sui 1.830 soci della Comunale di Rovigo – ad aver raggiunto il traguardo della benemerenza secondo il numero di donazioni o gli anni di donazione al 31 dicembre 2021: chi non ha potuto rispondere all’invito potrà ritirare diploma e distintivo prenotando un appuntamento nella sede associativa presso l’ospedale civile di Rovigo.
«Viviamo una situazione di riduzione delle donazioni e del numero di giovani donatori: per questo stiamo lavorando in più direzioni per invertire questa tendenza, e per creare una rete solida con le associazioni e la società civile. Ciò è necessario – ha spiegato il presidente dell’Avis comunale di Rovigo, Francesco Chiavilli – per continuare a garantire la raccolta del sangue e la trasformazione in farmaci salvavita: per questo la fedeltà dei donatori attraverso la donazione periodica è sempre motivo di orgoglio. La solidarietà – ha continuato Chiavilli – sembra non essere molto di moda in questo periodo, tuttavia a Rovigo e in Polesine i donatori continuano ad assicurare l’autosufficienza».
Il presidente dell’Avis comunale di Rovigo ha infine rivolto un appello per la pace e la fine della guerra in Ucraina: «Il sangue si dona, non si versa».
La presidente dell’Aido comunale di Rovigo, Monica Giordani, ha ribadito «la necessità di sensibilizzare alla cultura del dono le nuove generazioni: dagli istituti scolastici abbiamo trovato grande disponibilità», ha detto.
Mentre il vice presidente vicario dell’Aido polesana, Camillo Ischiari, ha ricordato che l’associazione conta «13 mila soci, potenziali donatori. Ma intanto sono oltre 8 mila le persone in Italia che restano in lista di attesa per un trapianto, con la vita sospesa nella speranza». Ischiari, allora, ha invitato a esprimere il consenso alla donazione, possibile anche in modo digitale.
Dalla presidente dell’Avis provinciale, Barbara Garbellini, è arrivato l’annuncio di una futura novità. «Dopo il gemellaggio nel 2021 con Ferrara, adesso stiamo guardando a Mantova», non solo per condividere forme nuove di sensibilizzazione al dono di sangue e plasma, ma per consentire di donare oltre il confine della provincia di residenza e «rispondere, così, alle esigenze dei donatori, e superare le difficoltà dove c’è carenza di personale sanitario». Garbellini ha poi ricordato che i soci Avis in provincia di Rovigo sono circa 11 mila e consentono annualmente la raccolta di 17.000 sacche, tra donazioni di sangue e plasma. E così ha celebrato la generosità dei donatori polesani, perché oltre ad assicurare l’autosufficienza provinciale, scavalca i confini e sostiene le necessità di centri come Cagliari, per la lotta alla talassemia, e dei poli operatori di Padova e Verona: «Molti dipingono il Polesine come il fanalino di coda, ma riesce sempre ad aiutare tutti».
Hanno partecipato all’evento anche il presidente dell’Avis comunale di Ferrara, Sergio Mazzini, insieme ai consiglieri del direttivo Elviretta Pelachin e Gabriele Mantovani, e in rappresentanza dell’Ulss 5 polesana il direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina trasfusionale, Andrea Frigato.
Per le associazioni del dono sono intervenuti anche i rappresentanti di Fidas, Admo e Adoces Danilo Ruzza. Inoltre, sono arrivati i messaggi dei presidenti di Avis Veneto Vanda Pradal e di Aido Veneto Luca Cestaro, oltre che della presidente provinciale Andos Anna Maria Cavallari Monesi.
«Quando non possiamo essere donatori – ha detto Natascia Toso per l’Associazione provinciale Adoces Danilo Ruzza, Odv che promuove la donazione di midollo osseo e di cellule staminali da cordone ombelicale – possiamo comunque essere portatori di sensibilizzazione. Ed essere dunque donatori in modo indiretto, affinché un nostro gesto di solidarietà possa diventare per qualcuno un dono concreto». Che salva la vita.