Situazione all’IRAS molto grave. Il virus sta minando la tenuta dei turni di lavoro con sovraccarico di chi rimane in servizio costretto a gestire la stessa mole di lavoro con meno personale, dimostrando, senza alcun dubbio, che la politica sul personale fatta da IRAS in questi anni, incentrata sul precariato e sulla mancata valorizzazione delle risorse umane, sia stata poco lungimirante e ora uno dei motivi alla base delle difficoltà date dall’emergenza.
La grande disponibilità del personale della struttura è messa a dura prova dalla situazione che vede frequenti modifiche dei piani di lavoro e spostamento del personale tra nuclei che impedisce la continuità assistenziale data dalla conoscenza acquisita degli Ospiti.
La carenza infermieristica si sta scaricando sui pochi rimasti in servizio e sugli OSS che si trovano ad affrontare situazioni nuove dove la separazione tra competenze proprie e di altre figure è molto labile e la responsabilità professionale che ne consegue, oltre ai disagi assistenziali, mette a rischio anche lo stesso lavoratore.
Per tale motivo, come abbiamo anche chiesto alla Direzione, devono essere chiare ed ufficiali le direttive e le modifiche organizzative per fare in modo che l’assistenza sia erogata nel miglior modo possibile e siano chiare responsabilità e procedure.
Non è accettabile che, nell’emergenza che stiamo vivendo, ci siano direttive verbali e, ancora meno, che queste non siano chiare e ben esplicitate a chi poi il servizio lo eroga.
A questo si aggiunge un’altra nota che abbiamo inviato alla Direzione che, giusto il decreto 246 che Direttore Avanzi ha fatto in dicembre, mostra quello che da tempo segnaliamo e cioè che i Lavoratori stanno sostenendo le difficoltà economico/finanziarie dell’Ente con il proprio stipendio.
Risulta infatti che, nei fondi contrattuali del 2021, residuano circa 800.000 euro di fondo variabile, pari a circa 4.000 euro a Lavoratore, che dovrebbero essere stati erogati come produttività ma che, ormai da troppi anni, rimangono fermi ad accumularsi.
Abbiamo perciò chiesto un immediato aumento dell’indennità condizioni di lavoro a fronte dell’epidemia scoppiata all’interno dell’IRAS che riconosca, almeno in parte, la situazione di grande difficoltà vissuta dai Lavoratori, e il riconoscimento della produttività dovuta attraverso l’apertura del tavolo delle trattative.
Nessuno mette in discussione le grosse difficoltà economiche dell’Ente, e i lavoratori sono i primi a voler fare la loro parte, ma è anche vero che non sono accettabili le parole di elogio se poi i comportamenti, anche sul versante economico, non sono conseguenti, perché allora è solo ipocrisia di facciata…. e come tale sarà considerata anche dai lavoratori.