Il Comune di Rovigo, guidato dalla sindaca Valeria Cittadin, ha certificato un avanzo di bilancio pari a 5,7 milioni di euro. In realtà, questa decisione rivela ancora una volta l’incapacità politica della giunta e la sua cronica litigiosità interna, dove prevale la paura di sbagliare e la preoccupazione di mantenere equilibri tra assessori piuttosto che fare scelte utili alla città.
Non destinare ora questi fondi significa rimandare tutto all’autunno, con il rischio concreto di non riuscire più a spendere le somme entro la fine dell’anno. È già successo in passato: l’anno scorso, a un mese dalle elezioni, si poteva comprendere il ritardo per motivi contingenti. Ma oggi, senza scadenze elettorali immediate, questo rinvio non ha alcuna giustificazione se non la mancanza di idee e di coraggio.
Nel frattempo, mentre i soldi dei cittadini restano fermi in cassa, la sindaca e la giunta si preoccupano solo dell’apparenza: si spendono fondi pubblici per eventi, festeggiamenti, luminarie e iniziative di consenso immediato. Grandi progettualità assenti, nessun investimento di lungo periodo, nessuna visione strategica per la città e le sue frazioni. Non è dato sapere, ad esempio, se gli sforzi per il commercio di vicinato abbiano prodotto risultati concreti: nessun report, nessun monitoraggio, solo slogan.
Anziché investire in infrastrutture, riqualificazioni, servizi sociali o piani strutturali per i giovani e per le imprese, si preferisce l’effimero e il calcolo elettorale. E se qualcuno, tra i cittadini, si chiede a cosa serva un avanzo milionario se poi non viene speso per migliorare la vita quotidiana, la risposta purtroppo è amara: a nulla. Solo a costruire una narrazione utile a chi amministra, ma non a chi vive e lavora in questa città.



