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CONI Rovigo tra presente e futuro

Lucio Taschin, delegato provinciale del Coni, presenta il 2023 sportivo con un occhio a quanto successo nel 2022

Partiamo dal 2022. Come è stato l’anno appena passato per lo sport polesano?

Se guardiamo ai risultati di “campo” il Polesine si difende sempre. Certo non abbiamo le formazioni da “champions league” o tante individualità sui maggiori palcoscenici internazionali ma dobbiamo lavorare per uno Sport diffuso. I risultati arrivano se sempre più rodigini praticano attività sportiva. In ogni caso, non ci mancano le eccellenze ed elencarle tutte ora è veramente difficile perché dal mio punto di vista anche una promozione da una categoria inferiore ad una superiore di qualsiasi campionato è un grande risultato per quella realtà.

Anche per il 2022 in ogni caso l’apporto del Coni Rovigo non è mancato.

Sono sincero. Da quando è stata avviata l’attività di Sport e Salute, l’organizzazione sportiva che fa capo ora al Governo, non è stato facile per noi delegati del territorio. Ci siamo dovuti creare un nostro spazio in una confusione organizzativa che ancora non ha trovato una sua risposta definitiva. Le Asd, gli assessori e il territorio avrebbero bisogno di noi ogni minuto di ogni giorno. E con un assetto così faccio fatica a fare quello che lo Sport Polesano chiede a me e alla rete dei fiduciari che abbiamo. In questo senso spero cambi qualcosa e presto anche. Confido molto sul fatto che la presenza di un Ministro allo Sport affronti la questione in modo pragmatico.

Alcuni progetti importanti sono comunque stati gestiti con eccellenza.

Assolutamente si. La fiducia del Coni Veneto, del suo presidente Dino Ponchio e dell’intera giunta ha fatto sì che nel 2022 siamo riusciti a collaborare al 110 per cento con la Fondazione Cariparo per la nuova edizione del bando “Sportivamente”. Tutte le società richiedenti hanno avuto un contributo commisurato alla loro realtà. E questo è stato possibile solo grazie ad un grande gioco di squadra e ad una struttura come la Fondazione che non ha mai smesso di credere nello Sport come uno strumento di promozione del territorio e soprattutto di crescita per i nostri giovani. Ha parlato poco e ha generato grandi fatti, come con l’ultima edizione di “Sportivamente Più” dedicata alla disabilità sportiva.

I Cas, i centri di avviamento allo sport, ed Educamp sono altre azioni concrete che state portando avanti.

Concretissime. Con i Cas parliamo di multidisciplinarietà. Con gli Educamp parliamo dei Camp Sportivi estivi. Abbiamo dei numeri in crescita ma soprattutto stavolta non siamo gli ultimi nel Veneto, anzi ci piazziamo per valori assoluti di adesione con i Cas al terzo posto! In collaborazione con la Scuola Regionale dello Sport, la prima in Italia, non faremo mancare la formazione alle nostre società sportive e agli amministratori.

La multidisciplinarietà tra l’altro è un tema a Lei caro.

E’ il passato, il presente e il futuro. Andiamo incontro a un calo della popolazione nel nostro territorio e non solo. Il tema del calo delle nascite è ormai conosciuto. Non ci restano molte soluzioni. O qualcuno porta via atleti a qualche disciplina sportiva o le Asd prima si mettono insieme e meglio è.

In tanti si stanno chiedendo se i giovani praticano lo sport. Lei che ne pensa?

Non penso. Guardo i dati. Di recente uno dei massimi esperti del settore come Roberto Ghiretti ha parlato di generazione Z. In poche parole i giovani oggi fanno più sport, ma attenzione: mollano prima rispetto al passato e cercano quello che in gergo si chiama “sport destrutturato” ovvero lo sport senza le regole ferree che alle volte si trovano all’interno delle Associazioni Sportive Dilettantistiche.

Di recente anche allo Stato Generale dei Giovani organizzato dal Comune di Rovigo sono emerse indicazioni precise.

Dal mio punto di vista ho invitato il sistema pubblico, i comuni in particolare, ad integrare gli impianti, a renderli maggiormente accoglienti e soprattutto pronti ad avere un occhio rivolto alla multidisciplinarietà. Si risparmiano soldi e si va incontro alle esigenze dei giovani che non necessariamente devono avere spazi sperduti e difficile da gestire e sviluppare.

E per il 2023?

Saremo ancora in pista con la Fondazione Cariparo e con i nostri progetti di forte impatto per il sistema sportivo locale. E spero, insieme ai fiduciari provinciali, anche di poter far tornare il Coni in mezzo alla gente, in mezzo ai giovani. E’ quello il suo posto naturale.

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