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EVASIONE? DAI COMUNI VENETI RECUPERATI (solo) 184.600 EURO

Dalla lotta all’evasione/elusione fiscale, nel 2022 dai Comuni veneti sono stati recuperati 184.602 euro e nel 2023 lo Stato centrale ha erogato la metà, 92.301 euro, alle 18 Amministrazioni comunali della nostra regione, quale contributo per la loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale. La legge, infatti, prevede che tale riconoscimento sia pari al 50 per cento dell’imposta recuperata dall’Agenzia delle Entrate a seguito delle “segnalazioni qualificate” ricevute proprio dai Comuni[1].

 

Un’azione, in chiave antievasione, che riguarda solo alcuni tributi statali, come l’Irpef, l’Ires, l’Iva, le imposte di registro/ipotecarie e catastali. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

 

Nel 2022 il Comune veneto più “virtuoso” è stato Jesolo (Ve) che ha ricevuto un contributo per la sua attività di contrasto all’evasione erariale pari a 21.526 euro. Seguono Verona con 21.342 euro, Venezia con 12.926 euro, Schio (Vi) con 7.693 euro e Fumane (Vr) con 5.990 euro (vedi Tab. 1).

  • Solo 18 Comuni si sono attivati: il 3,2% del totale

Di questi 92.301 euro di contributo relativo al 2022 – quale riconoscimento per l’attività di collaborazione con l’Agenzia delle Entrate rivolta al contrasto dell’evasione dei tributi erariali – 41.533 sono stati erogati in virtù delle segnalazioni fatte da quattro Comuni capoluogo di provincia, mentre i rimanenti 50.768 euro dalle altre amministrazioni comunali presenti in Veneto. Si ricorda che nella nostra regione i Comuni sono 563 e il 52 per cento circa ha meno di 5 mila abitanti. Come dicevamo, ad aver contribuito a recuperare almeno un euro sono stati solo 18 Comuni (pari al 3,2 per cento del totale), mentre gli altri 545 non hanno “portato” a casa nemmeno un euro. Uno score in linea con quanto successo a livello nazionale, anche se risulta essere quanto meno sorprendente il risultato, ad esempio, della Campania, dove si sono attivati solo 3 comuni su 550, della Puglia, con 4 comuni su 257 e della Sicilia, con 12 Comuni su 391.

 

 

  • Perché i Sindaci sono “poco” collaborativi

Premesso che in Veneto le dimensioni dell’abusivismo edilizio (vedi Graf. 1), del lavoro nero (vedi Tab. 2) e dell’evasione fiscale (vedi Tab. 3) sono contenutissime rispetto al resto del Paese, le segnalazioni inviate dai comuni veneti all’Agenzia delle Entrate sono state obbiettivamente poche. Va comunque ricordato che queste comunicazioni devono essere puntuali, circostanziate e contenere i dati identificativi del soggetto a cui sono contestati gli ipotetici comportamenti evasivi ed elusivi. Non è sufficiente, quindi, indicare un potenziale evasore esibendo motivazioni generiche. Inoltre, per redigere l’istruttoria che verrà poi inviata all’Agenzia delle Entrate è necessario che i Comuni dispongano di personale formato e qualificato a svolgere questa attività “investigativa”. Abilità, queste ultime, che un dipendente comunale le acquisisce solo attraverso la partecipazione a un’attività formativa mirata e continuativa che dovrebbe essere tenuta proprio dall’Amministrazione finanziaria. Insomma, con piante organiche spesso ridotte all’osso e del tutto impreparate ad affrontare queste tematiche, per molti Sindaci ricorrere a questa misura è pressoché impossibile. Se, invece, le competenze ci sono, spesso vengono utilizzate per “recuperare” solo l’evasione dei tributi locali in capo ai Comuni; come l’Imu, la Tari, la Tosap, l’imposta sulla pubblicità e quella di soggiorno.

 

  • Gli ambiti di intervento dei Comuni per combattere gli evasori

Le “segnalazioni qualificate” che i Comuni devono comunicare all’Agenzia delle Entrate riguardano i seguenti ambiti di intervento:

commercio e professioni (ad esempio, riguardo ai soggetti che, pur svolgendo un’attività di impresa, siano privi di partita Iva);

urbanistica e territorio (es. soggetti che abbiano partecipato, anche in qualità di professionisti o imprenditori, ad operazioni di abusivismo edilizio con riferimento a fabbricati e insediamenti non autorizzati di tipo residenziale o industriale);

proprietà edilizie e patrimonio immobiliare (persone fisiche nei cui confronti risulti la proprietà o diritti reali di godimento di unità immobiliari diverse da abitazioni principali, non indicate nelle dichiarazioni dei redditi, ovvero notifiche di avvisi di accertamento per omessa dichiarazione relativa alla tariffa sui rifiuti in qualità di occupante dell’immobile diverso dal titolare del diritto reale, in assenza di contratti di locazione registrati, ovvero di redditi di fabbricati dichiarati dal titolare del diritto reale ai fini dell’imposizione diretta);

residenze fittizie all’estero (soggetti che, pur risultando formalmente residenti all’estero, abbiano, di fatto, nel comune il domicilio ovvero la residenza ai sensi dell’art. 43, commi 1 e 2, del codice civile);

disponibilità di beni indicativi di capacità contributiva (persone fisiche che risultino avere la disponibilità, anche di fatto, di beni e servizi, ovvero altri beni e servizi di rilavante valore economico, in assenza di redditi dichiarati con riferimento a tutti i componenti del nucleo familiare del soggetto).

Pertanto, le informazioni che il Comune dovrà trasmettere al fisco saranno riconducibili prevalentemente alle fonti di reddito immobiliari, già oggetto di accertamento definitivo ai fini dei tributi locali.

Tab. 1 – Contributi erogati nel 2023 ai Comuni del Veneto per la partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo nel 2022

(importi in euro)

Provincia Comuni Contributo ricevuto
(in euro)
VE Jesolo 21.526
VR Verona 21.342
VE Venezia 12.926
VI Schio 7.693
VR Fumane 5.990
PD Noventa Padovana 5.369
VI Caldogno 4.441
PD Padova 4.416
VR Negrar di Valpolicella 3.616
VI Vicenza 2.849
VE Salzano 795
VR Sommacampagna 330
VR Castelnuovo del Garda 307
VI Montecchio Maggiore 234
TV Ponzano Veneto 208
VI Tonezza del Cimone 147
BL Cesiomaggiore 75
PD Vigonza 37
  Totale Comuni Veneto 92.301

                                    Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Ministero delle Finanze

Nota: i valori di Piemonte e Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, Umbria e Marche, Abruzzo e Molise, Basilicata e Calabria sono riferiti all’insieme delle due regioni.

 Tab. 2 – Occupati non regolari e tasso di irregolarità

(anno 2020)

Regioni Occupati non regolari
(unità)
Tasso irregolarità
(%)
Calabria 125.000 20,9
Campania 332.300 17,9
Sicilia 259.100 17,3
Molise 16.400 15,5
Puglia 210.200 15,3
Sardegna 88.700 14,7
Lazio 384.300 14,3
Basilicata 28.200 13,9
Abruzzo 69.700 13,6
Umbria 44.800 12,4
Liguria 74.500 11,4
Toscana 167.600 10,2
Marche 66.400 10,1
Valle d’Aosta 5.900 10,1
Piemonte 182.300 9,8
P. A. Trento 24.600 9,5
Lombardia 450.100 9,4
Emilia-Romagna 197.900 9,3
Friuli-Venezia Giulia 49.000 9,2
Veneto 191.900 8,5
P. A. Bolzano 25.000 8,4
Italia 2.993.900 12,0
Nord-ovest 712.800 9,7
Nord-est 488.400 8,9
Centro 663.100 12,4
Mezzogiorno 1.129.600 16,7

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati ISTAT

Nota: tasso di irregolarità è dato dal rapporto tra il numero degli occupati non regolari e il totale degli occupati (regolari e non regolari)

Tab. 3 – Stima del gettito tributario e contributivo evaso per Regione

(anno 2020)

Territori Economia non osservata in % del Valore aggiunto regionale Imposte e contributi

evasi
(in milioni €)

% di

evasione

fiscale

(*)

Calabria 18,8 2.730 21,3
Campania 17,7 8.474 20,0
Puglia 17,0 5.764 19,2
Sicilia 16,8 6.586 19,0
Sardegna 15,8 2.401 17,8
Molise 15,4 440 17,4
Basilicata 14,6 791 16,5
Umbria 13,7 1.358 15,5
Abruzzo 13,6 1.943 15,4
Marche 13,1 2.430 14,9
Toscana 12,5 6.272 14,1
Liguria 11,7 2.479 13,3
Lazio 11,3 9.821 12,8
Valle d’Aosta 10,5 219 11,9
Piemonte 10,3 6.097 11,7
Veneto 10,1 7.150 11,4
Emilia Romagna 10,1 7.129 11,4
Friuli Venezia Giulia 9,4 1.608 10,6
Prov. Aut. Trento 9,0 846 10,2
Lombardia 8,4 14.665 9,5
Prov. Aut. Bolzano 8,2 918 9,3
ITALIA 11,6 90.119 13,2
Nord-ovest 9,2 23.459 10,3
Nord-est 9,8 17.651 11,1
Centro 12,0 19.881 13,6
Mezzogiorno 16,8 29.128 19,0

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze e ISTAT

Nota: la stima del gettito fiscale evaso a livello regionale è stata effettuata applicando al valore aggiunto sommerso di ogni regione un coefficiente determinato dal rapporto del gettito fiscale e il valore aggiunto desumibile dalla contabilità nazionale al netto dell’economia non osservata.

(*) Importo evaso ogni 100 euro di gettito incassato 

[1] Originariamente era il 30 per cento, nel 2011 è salito al 50 per cento e dal 2012 al 2021 ha raggiunto la soglia del 100 per cento. Dal 2022 è tornato al 50 per cento.

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