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Il cittadino e la riforma della sanità territoriale

ARCI si è fatta promotrice di un importante evento pubblico che riguarda operatori sanitari, Sindaci ed amministratori locali ma più in generale tutti i cittadini, affrontando uno dei temi all’attenzione di tutti: i servizi sanitari offerti nel nostro territorio. L’incontro avverrà giovedì 5 ottobre alle ore 17,30 presso la sala conferenze “S. Bellino” del Seminario vescovile, con ingresso da via Pascoli 51

Presentata in Provincia la conferenza “Il cittadino e la riforma della sanità territoriale: bisogni di salute e di organizzazione”, alla presenza della relatrice Antonella Zangirolami, già direttore del Dipartimento di prevenzione ULSS 18 di Rovigo, che sarà affiancata nell’occasione da Marcello Mazzo, direttore dei servizi socio sanitari dell’ULSS 5 Polesana e Domenica Lucianò, responsabile del distretto socio sanitario di Rovigo. Ha portato i saluti il Presidente della Provincia Enrico Zerbinati.

La dott. Zangirolami ha anticipato alcuni dei contenuti dell’incontro, che sarà incentrato sulla crisi del nostro sistema sanitario, sia a livello ospedaliero che, soprattutto, territoriale, partendo dai problemi enormi messi in luce dalla recente pandemia.

Il PNRR destina, a livello nazionale, fondi ingenti per investimenti sul piano sanitario, sia in termini di reti di prossimità. strutture ospedaliere e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, che di innovazione, digitalizzazione e ricerca del Servizio Sanitario Nazionale. Fondi destinati soprattutto alla realizzazione di nuove strutture.

Il pericolo paventato è che i nuovi investimenti, pur molto importanti, possano rivelarsi inefficaci in presenza di una organizzazione dei servizi che è sempre più orientata verso le concentrazione delle strutture, in particolare sanitarie, in pochi centri di eccellenza, trascurando invece uno dei punti centrali della riforma sanitaria del 1978: i servizi territoriali e la partecipazione dei cittadini alla loro programmazione, soprattutto dal punto di vista socio sanitario.

Si parlerà in particolare anche delle Case di comunità, che dovrebbero rappresentare il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità per la popolazione, e della indispensabile collaborazione che dovranno prestare i medici di medicina generale (i medici condotti che tutti conosciamo), figure in crisi sia per la drastica riduzione del loro numero che per le problematiche organizzative e contrattuali che li riguardano.

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