Dal 1 gennaio migliaia di profughi ucraini accolti in Veneto non possono più beneficiare dell’esenzione alla compartecipazione delle spese mediche “X22”, rilasciata dalla Regione Veneto. “Non viene più accettata, né rilasciata dai distretti sociosanitari della Regione – spiega il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, che stamane ha presentato un’interrogazione sul tema, assieme a tutti i consiglieri di opposizione.
Questo sta creando dei grossissimi problemi agli stessi profughi e alle strutture che li ospitano, anche perché l’accesso alle visite specialistiche è completamente a pagamento”. Data la provvisorietà della collocazione dei profughi provenienti dall’Ucraina (spesso ospitati in canoniche o in alloggi a loro volta provvisori) “la residenza non viene né richiesta, né rilasciata e quindi è difficile, se non impossibile, per loro poter accedere alle esenzioni denominate 7R3 o 6R2, concesse ai soli residenti in Veneto”. Non solo. “I cittadini ucraini, essendo privi di residenza, non hanno nemmeno la possibilità di usufruire dei LEA, Livelli Essenziali di Assistenza, di secondo livello”, aggiungono i gruppi di opposizione. “La situazione è ancora più grave – spiegano – per tutte quelle persone che soffrono di patologie croniche: non sono nelle condizioni di procrastinare gli accertamenti periodici; se non, appunto, affrontando delle spese ingenti”. Da qui l’interrogazione vera e propria: “Intendiamo sapere se la Regione è intenzionata a reinserire al più presto l’esenzione X22 a favore dei profughi ucraini accolti in Veneto”.
“La solidarietà non si vede nelle parole, ma nei fatti”, affermano i Consiglieri.
“I presidenti delle Regioni sono stati nominati Commissari delegati per coordinare l’organizzazione dei rispettivi sistemi territoriali di protezione civile negli interventi e nelle attività di soccorso ed assistenza alla popolazione dell’Ucraina – concludono – Oggi cerchiamo di dare voce a chi non ha voce, nella certezza che giungeranno a stretto giro le risposte che ci attendiamo. E che, soprattutto, stanno aspettando i tanti ucraini scappati dal loro Paese ormai quasi un anno fa”.