Approfondimenti

Lavoratori autonomi vs lavoratori dipendenti secondo la CGIA di Mestre

Riceviamo da Paolo Zabeo, Direttore della CGIA di Mestre, un’analisi di confronto tra i trattamenti fiscali di lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti. L’analisi dovrebbe essere più larga, per avere un quadro più dettagliato che descriva l’insieme dei fattori di differenza tra le categorie di lavoratori e spieghi l’insieme delle differenze di trattamento, ma la pubblichiamo comunque come strumento di informazione.

Ci sono in rete diversi contributi sul tema, ne citiamo uno per semplicità: un articolo di Massimo Bordignon per La voce.info

 

Con l’innalzamento della flat tax fino a 85 mila euro di fatturato, gli autonomi continuano a pagare più tasse dei lavoratori dipendenti. Solo nella fascia di reddito tra i 60 e i 65 mila euro, le partite Iva che si avvalgono della tassa piatta pagano meno.

In tutti le altre comparazioni, vale a dire tra i 10 mila di reddito fino a 55 mila euro, gli autonomi pagano sempre molto più di impiegati e operai, con punte tra i 3.760 e i 3.875 euro all’anno nella fascia di reddito tra i 25 e i 30 mila euro, prelievo aggiuntivo che sale attorno ai 4.200 euro con redditi tra i 15 e i 20 mila euro. Se, poi, il confronto lo facciamo tra i dipendenti e i lavoratori autonomi che non applicano la flat tax, il maggior prelievo in capo a questi ultimi aumenta a dismisura, con punte, tra i 60 e i 65 mila euro di reddito, di oltre 6 mila euro all’anno.

Come dicevamo, la situazione cambia segno a partire dalla classe di reddito pari a 60 mila euro. In questo caso gli autonomi con flat tax subiranno nel 2023 un prelievo fiscale annuo inferiore ai dipendenti di 640 euro. Se la comparazione avviene con un reddito da 65 mila, il vantaggio sale a 1.285 euro.

Il confronto tra queste due categorie professionali si ferma sulla soglia di reddito pari a 65 mila euro. Se alziamo ulteriormente l’asticella, il volume d’affari del lavoratore autonomo, implicitamente preso in esame in questa elaborazione, supererebbe il tetto degli 85 mila euro, livello oltre il quale non è più applicabile la tassa piatta. I calcoli sono stati realizzati dall’Ufficio studi della CGIA.

  • Potenzialmente interessati 140 mila autonomi

Quanti sono i potenziali lavoratori autonomi (ovvero artigiani, commercianti, liberi professionisti, consulenti, micro imprenditori, etc.) che con lo slittamento all’insù della soglia di fatturato fino a 85 mila euro potranno beneficiare del vantaggio fiscale garantito dall’applicazione della flat tax ? Dalla elaborazione dei dati statistici delle dichiarazioni dei redditi 2021 (anno di imposta 2020), potrebbero essere al massimo 140 mila. Ovviamente, gli effettivi beneficiari del regime di favore saranno di meno, in quanto queste partite Iva oltre a non superare il limite di ricavi/compensi di 85 mila euro dovranno rispettare ulteriori requisiti stabiliti dalla legge; tra cui, ad esempio, il non aver sostenuto spese per lavoro dipendente, accessorio o di collaborazione superiori a 20 mila euro.

  • Costo di 404 milioni di euro all’anno

Secondo i dati delle dichiarazioni dei redditi 2021 (anno di imposta 2020), i contribuenti in regime forfetario ammontano a poco meno di 1.728.000. Secondo la Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio 2023, si stima che l’ampliamento delle soglie di ricavi/compensi per accedere alla flat tax previsto dal Governo Meloni comporterà un costo aggiuntivo per le casse dello Stato di 404 milioni di euro all’anno.

  • Tanto rumore per nulla

Chi in queste ultime settimane ha gridato allo scandalo, pertanto, dovrebbe ravvedersi. Non solo perché nonostante la flat tax gli autonomi pagano più tasse dei dipendenti, ma anche perché la nuova versione per l’anno 2023 potrebbe interessare al massimo solo 140 mila partite Iva (pari al 4,2 per cento del totale del numero degli autonomi che attualmente non applicano la tassa piatta), con un costo per l’erario di “soli” 404 milioni di euro all’anno. Certo, l’obiezione di coloro che sostengono che con questo regime fiscale gli autonomi non rispetterebbero le disposizioni previste dall’articolo 53 della Costituzione[1] è legittima. Ma solo in parte, in quanto chi esercita un’attività di impresa e di lavoro autonomo si trova in una situazione completamente diversa dai lavoratori subordinati. Tesi, quest’ultima, che rafforza la posizione di chi chiede ad alta voce che a coloro che non viene applicata la flat tax (in Italia oltre un milione tra imprenditori e lavoratori autonomi) bisognerebbe avviare quanto prima una progressiva riduzione del carico fiscale, visto cha dal confronto con i dipendenti registrano un prelievo nettamente superiore.

  • Perché c’è un regime fiscale agevolato per le partite Iva

La fiscalità di vantaggio che interessa una parte delle partite Iva è ascrivibile al fatto che questi lavoratori sono più fragili degli altri. Hanno pochissime tutele: rispetto ai lavoratori dipendenti, ad esempio, non dispongono di malattia, ferie, permessi, Tfr e tredicesime/quattordicesime. In caso di difficoltà momentanea non dispongono né di cassa integrazione né, in caso di perdita del posto di lavoro, di NASPI[2]. E’ stato certificato che il rischio povertà nelle famiglie dove il reddito principale è riconducibile a un autonomo è superiore a quelle dei dipendenti[3]. Ricordiamo, infine, che, secondo l’Istat, dal febbraio 2020 (mese pre Covid) fino a ottobre 2022 (ultimo dato disponibile), i lavoratori indipendenti (inclusi anche soci di cooperative, collaboratori familiari, etc.) sono scesi di 205 mila unità, mentre i dipendenti sono cresciuti di 412 mila[4] (vedi Tab. 2). Insomma, chi fa impresa rischia e per tutelare coloro che intraprendono una sfida così impegnativa bisognerebbe mettere a punto un fisco più giusto e meno oppressivo.

Metodologia di calcolo

Per ogni livello di reddito, e per ogni diversa tipologia di contribuente  è stato calcolato il prelievo fiscale. Nella prima colonna della Tab. 1 è indicato il reddito di riferimento che va inteso come retribuzione lorda per il dipendente o come reddito professionale per l’autonomo. Si consideri che il livello massimo di reddito che può essere realizzato in regime forfetario è pari a 66.300 euro, corrispondente al prodotto tra il limite massimo di compensi da rispettare per rimanere nel regime forfetario pari a 85.000 euro e il coefficiente di redditività pari (per le attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi e assicurativi), al 78 per cento. Il prelievo fiscale comprende anche quello previdenziale, a tal fine, per i dipendenti, si è considerato la sola quota di contributi a carico del lavoratore, si è calcolato l’Irpef e le relative addizionali, mentre per il contribuente in regime forfetario si è calcolata la flat tax. Le addizionali Irpef sono state conteggiate applicando le aliquote medie a livello nazionale come stima dei dati riconducibili alle dichiarazioni dei redditi (1,5 per cento per l’addizionale regionale Irpef e 0,656 per cento per l’addizionale comunale Irpef). Infine, per le prime due fasce di reddito non si è considerato il trattamento integrativo pari a 1.200 euro annui spettanti ai lavoratori dipendenti con redditi sino a 15.000 euro che avrebbe comportato rilevanti effetti migliorativi per i lavoratori dipendenti di queste due classi di reddito.

Tab. 1 – Confronto prelievo fiscale tra lavoratori autonomi e dipendenti – anno 2023 –

(valori in euro)

Reddito per i lavoratori autonomi e retribuzione per i lavoratori dipendenti Prelievo fiscale
lavoratore dipendente

 

 

 

 

 

(X)

Prelievo fiscale
lavoratore autonomo con Flat tax

 

 

 

 

(Y)

Prelievo fiscale
lavoratore autonomo
NO Flat tax

 

 

 

 

(Z)

Maggiore (+) o Minore (-) prelievo fiscale del lavoratore autonomo rispetto al lavoratore dipendente
Con
Flat tax
No
Flat tax
10.000 1.099 3.730 3.367 +2.631 +2.268
15.000 2.588 5.594 5.776 +3.006 +3.188
20.000 3.277 7.459 8.186 +4.182 +4.908
25.000 5.449 9.324 10.664 +3.875 +5.215
30.000 7.429 11.189 13.124 +3.760 +5.696
35.000 10.279 13.053 15.551 +2.774 +5.272
40.000 12.885 14.918 18.129 +2.033 +5.243
45.000 15.426 16.783 20.924 +1.357 +5.498
50.000 17.967 18.648 23.720 +681 +5.753
55.000 20.508 20.513 26.402 +5 +5.894
60.000 23.018 22.377 29.084  -640 +6.066
65.000 25.528 24.242 31.766  -1.285 +6.238

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 

 Tab. 2 – Trend occupati in Italia dopo avvento Covid-19

  Numero Numero
lavoratori lavoratori
  dipendenti indipendenti
febbraio
2020 17.832.000 5.192.000
ottobre
2022 18.244.000 4.987.000
Differenza + 412.000           – 205.000

                                                          Fonte Istat

 

 

 

 

 

                Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore dipendente di Tab. 1

(valori in euro)

Retribuzione

 

 

 

 

Contributi a carico dipendente

 


( a )

Imponibile

 

 

 

 

 

Irpef

 

 

( b )

Add.le

Reg.le

Irpef

 

( c )

Add.le  Com.le

Irpef

 

( d )

Prelievo fiscale

 

 


( X= a+b+c+d)

10.000 619 9.381 278 141 62 1.099
15.000 929 14.072 1.356 211 92 2.588
20.000 1.238 18.762 1.635 281 123 3.277
25.000 1.798 23.203 3.151 348 152 5.449
30.000 2.157 27.843 4.671 418 183 7.429
35.000 3.217 31.784 6.378 477 208 10.279
40.000 3.676 36.324 8.426 545 238 12.885
45.000 4.136 40.865 10.409 613 268 15.426
50.000 4.595 45.405 12.393 681 298 17.967
55.000 5.055 49.946 14.376 749 328 20.508
60.000 5.514 54.486 16.329 817 357 23.018
65.000 5.974 59.027 18.281 885 387 25.528

 Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 

  

 

 

Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore autonomo

                                 in regime di Flat tax di Tab. 1

(valori in euro)

Reddito

 

Contributi

 

( a )

 

Imponibile

 

 

 

Flat tax

 

( b )

Prelievo fiscale
( Y= a+b)
10.000 2.623 7.377 1.107 3.730
15.000 3.935 11.066 1.660 5.594
20.000 5.246 14.754 2.213 7.459
25.000 6.558 18.443 2.766 9.324
30.000 7.869 22.131 3.320 11.189
35.000 9.181 25.820 3.873 13.053
40.000 10.492 29.508 4.426 14.918
45.000 11.804 33.197 4.979 16.783
50.000 13.115 36.885 5.533 18.648
55.000 14.427 40.574 6.086 20.513
60.000 15.738 44.262 6.639 22.377
65.000 17.050 47.951 7.193 24.242

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore autonomo non in regime di

                                                        Flat tax di Tab. 1

(valori in euro)

Reddito Contributi

 

 

 

( a )

Imponibile

 

 

 

 

 

Irpef

 

 

( b )

  Add.le

reg.le

Irpef

(c)

Add.le  com.le

Irpef

 ( d )

Prelievo fiscale

 

(Z= a+b+c+d)

10.000 2.623 7.377 585   111 48 3.367
15.000 3.935 11.066 1.603   166 73 5.776
20.000 5.246 14.754 2.621   221 97 8.186
25.000 6.558 18.443 3.709   277 121 10.664
30.000 7.869 22.131 4.778   332 145 13.124
35.000 9.181 25.820 5.814   387 169 15.551
40.000 10.492 29.508 7.001   443 194 18.129
45.000 11.804 33.197 8.405   498 218 20.924
50.000 13.115 36.885 9.810   553 242 23.720
55.000 14.427 40.574 11.101   609 266 26.402
60.000 15.738 44.262 12.392   664 290 29.084
65.000 17.050 47.951 13.683   719 315 31.766

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 

 

  • Principali novità fiscali e contributive previste nel 2023

 

  • LAVORATORI AUTONOMI. Dal 2023 potranno accedere al regime forfetario anche le imprese individuali e i lavoratori autonomi i cui ricavi/compensi sono nella fascia tra 65.000 e 85.000 euro. Con la Legge di Bilancio è stato previsto l’innalzamento del limite di ricavi/compensi da non superare per accedere al regime agevolato (art.1 c. 54 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI AUTONOMI. Per il solo 2023 le imprese individuali e i lavoratori autonomi che non si trovano nel regime forfetario sulla parte degli incrementi di reddito del 2023 rispetto al più elevato dei redditi dichiarati nel triennio precedente, in luogo del prelievo con gli scaglioni IRPEF, possono applicare una tassazione del 15% (art 1 c 55 – 57 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI AUTONOMI. Si elevano le soglie di ricavi da non superare per accedere al regime di contabilità semplificata, da 400.000 a 500.000 euro per le imprese che esercitano attività di prestazioni di servizi e da 700.000 a 800.000 euro per le imprese che esercitano altre attività (art.1 c.276 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Si riduce dal 10% al 5% l’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta sui premi di risultato erogati dal datore di lavoro in quanto previsti da accordi collettivi (art 1 c 63 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Riduzione della quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti. Tale riduzione è pari al 2 per cento se la retribuzione mensile non supera 2.692 euro, mentre è pari al 3 per cento se la retribuzione mensile non supera 1.923 euro (art.1 c.281 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Si eleva l’indennità per congedo parentale all’ 80 per cento (invece che al 30 per cento) della retribuzione limitatamente a un periodo non superiore a un mese e compreso entro il sesto anno di vita del bambino (art.1 c.359 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Ai fini della non tassazione dei premi erogati ai dipendenti, torna la vecchia soglia pari a 258 euro dopo che per il 2022 si era potuto usufruire del maggior limite di 3.000 euro;
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Sono reddito da lavoro dipendente le mance percepite dai dipendenti del settore della ristorazione e si prevede la tassazione con una imposta sostitutiva del 5 per cento (art.1 c.58-62 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. I fringe benefit calcolati tramite i costi chilometrici di esercizio di autovetture elaborati dall’ACI saranno più elevati. Infatti si verifica un aumento attorno al 4 per cento per gli automezzi alimentati a benzina e al 7 per cento per i diesel;
  • LAVORATORI DIPENDENTI ED AUTONOMI. Aumento dell’Assegno Unico Universale per figli a carico nel caso di figli sino a 1 anno di età oppure di età inferiore a 3 anni nel caso di ISEE sino a 40.000 euro. Si eleva l’importo dell’assegno anche nel caso di famiglie numerose con quattro o più figli (art.1 c. 357 e 358 Legge di Bilancio).

 

[1] Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

 

[2] Dal 2021, però, gli autonomi dispongono dell’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), costituita solo per il triennio 2021-2023, in forma sperimentale, e si rivolge esclusivamente ai professionisti e lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata INPS che esercitano attività diverse dall’esercizio di imprese commerciali, con redditi molto bassi e momentanei cali di fatturato. Si tratta di una indennità semestrale, richiedibile una sola volta nel triennio, pari al 25% dell’ultimo reddito dichiarato. La misura di sostegno prevede l’erogazione di una indennità mensile trai i 250 euro e gli 800 euro, a seconda dei requisiti posseduti dal richiedente.

 

[3]  Condizioni di vita e reddito delle famiglie (anni 2020 e 2021), “Non cala il rischio povertà o esclusione sociale”, Roma 10 ottobre 2022.

 

[4] Istat, Occupati e disoccupati, Dati provvisori, ottobre 2022, 1 dicembre 2022.

 

Con l’innalzamento della flat tax fino a 85 mila euro di fatturato, gli autonomi continuano a pagare più tasse dei lavoratori dipendenti. Solo nella fascia di reddito tra i 60 e i 65 mila euro, le partite Iva che si avvalgono della tassa piatta pagano meno.

In tutti le altre comparazioni, vale a dire tra i 10 mila di reddito fino a 55 mila euro, gli autonomi pagano sempre molto più di impiegati e operai, con punte tra i 3.760 e i 3.875 euro all’anno nella fascia di reddito tra i 25 e i 30 mila euro, prelievo aggiuntivo che sale attorno ai 4.200 euro con redditi tra i 15 e i 20 mila euro. Se, poi, il confronto lo facciamo tra i dipendenti e i lavoratori autonomi che non applicano la flat tax, il maggior prelievo in capo a questi ultimi aumenta a dismisura, con punte, tra i 60 e i 65 mila euro di reddito, di oltre 6 mila euro all’anno.

Come dicevamo, la situazione cambia segno a partire dalla classe di reddito pari a 60 mila euro. In questo caso gli autonomi con flat tax subiranno nel 2023 un prelievo fiscale annuo inferiore ai dipendenti di 640 euro. Se la comparazione avviene con un reddito da 65 mila, il vantaggio sale a 1.285 euro.

Il confronto tra queste due categorie professionali si ferma sulla soglia di reddito pari a 65 mila euro. Se alziamo ulteriormente l’asticella, il volume d’affari del lavoratore autonomo, implicitamente preso in esame in questa elaborazione, supererebbe il tetto degli 85 mila euro, livello oltre il quale non è più applicabile la tassa piatta. I calcoli sono stati realizzati dall’Ufficio studi della CGIA.

  • Potenzialmente interessati 140 mila autonomi

Quanti sono i potenziali lavoratori autonomi (ovvero artigiani, commercianti, liberi professionisti, consulenti, micro imprenditori, etc.) che con lo slittamento all’insù della soglia di fatturato fino a 85 mila euro potranno beneficiare del vantaggio fiscale garantito dall’applicazione della flat tax ? Dalla elaborazione dei dati statistici delle dichiarazioni dei redditi 2021 (anno di imposta 2020), potrebbero essere al massimo 140 mila. Ovviamente, gli effettivi beneficiari del regime di favore saranno di meno, in quanto queste partite Iva oltre a non superare il limite di ricavi/compensi di 85 mila euro dovranno rispettare ulteriori requisiti stabiliti dalla legge; tra cui, ad esempio, il non aver sostenuto spese per lavoro dipendente, accessorio o di collaborazione superiori a 20 mila euro.

  • Costo di 404 milioni di euro all’anno

Secondo i dati delle dichiarazioni dei redditi 2021 (anno di imposta 2020), i contribuenti in regime forfetario ammontano a poco meno di 1.728.000. Secondo la Relazione tecnica allegata alla legge di Bilancio 2023, si stima che l’ampliamento delle soglie di ricavi/compensi per accedere alla flat tax previsto dal Governo Meloni comporterà un costo aggiuntivo per le casse dello Stato di 404 milioni di euro all’anno.

  • Tanto rumore per nulla

Chi in queste ultime settimane ha gridato allo scandalo, pertanto, dovrebbe ravvedersi. Non solo perché nonostante la flat tax gli autonomi pagano più tasse dei dipendenti, ma anche perché la nuova versione per l’anno 2023 potrebbe interessare al massimo solo 140 mila partite Iva (pari al 4,2 per cento del totale del numero degli autonomi che attualmente non applicano la tassa piatta), con un costo per l’erario di “soli” 404 milioni di euro all’anno. Certo, l’obiezione di coloro che sostengono che con questo regime fiscale gli autonomi non rispetterebbero le disposizioni previste dall’articolo 53 della Costituzione[1] è legittima. Ma solo in parte, in quanto chi esercita un’attività di impresa e di lavoro autonomo si trova in una situazione completamente diversa dai lavoratori subordinati. Tesi, quest’ultima, che rafforza la posizione di chi chiede ad alta voce che a coloro che non viene applicata la flat tax (in Italia oltre un milione tra imprenditori e lavoratori autonomi) bisognerebbe avviare quanto prima una progressiva riduzione del carico fiscale, visto cha dal confronto con i dipendenti registrano un prelievo nettamente superiore.

  • Perché c’è un regime fiscale agevolato per le partite Iva

La fiscalità di vantaggio che interessa una parte delle partite Iva è ascrivibile al fatto che questi lavoratori sono più fragili degli altri. Hanno pochissime tutele: rispetto ai lavoratori dipendenti, ad esempio, non dispongono di malattia, ferie, permessi, Tfr e tredicesime/quattordicesime. In caso di difficoltà momentanea non dispongono né di cassa integrazione né, in caso di perdita del posto di lavoro, di NASPI[2]. E’ stato certificato che il rischio povertà nelle famiglie dove il reddito principale è riconducibile a un autonomo è superiore a quelle dei dipendenti[3]. Ricordiamo, infine, che, secondo l’Istat, dal febbraio 2020 (mese pre Covid) fino a ottobre 2022 (ultimo dato disponibile), i lavoratori indipendenti (inclusi anche soci di cooperative, collaboratori familiari, etc.) sono scesi di 205 mila unità, mentre i dipendenti sono cresciuti di 412 mila[4] (vedi Tab. 2). Insomma, chi fa impresa rischia e per tutelare coloro che intraprendono una sfida così impegnativa bisognerebbe mettere a punto un fisco più giusto e meno oppressivo.

Metodologia di calcolo

Per ogni livello di reddito, e per ogni diversa tipologia di contribuente  è stato calcolato il prelievo fiscale. Nella prima colonna della Tab. 1 è indicato il reddito di riferimento che va inteso come retribuzione lorda per il dipendente o come reddito professionale per l’autonomo. Si consideri che il livello massimo di reddito che può essere realizzato in regime forfetario è pari a 66.300 euro, corrispondente al prodotto tra il limite massimo di compensi da rispettare per rimanere nel regime forfetario pari a 85.000 euro e il coefficiente di redditività pari (per le attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi e assicurativi), al 78 per cento. Il prelievo fiscale comprende anche quello previdenziale, a tal fine, per i dipendenti, si è considerato la sola quota di contributi a carico del lavoratore, si è calcolato l’Irpef e le relative addizionali, mentre per il contribuente in regime forfetario si è calcolata la flat tax. Le addizionali Irpef sono state conteggiate applicando le aliquote medie a livello nazionale come stima dei dati riconducibili alle dichiarazioni dei redditi (1,5 per cento per l’addizionale regionale Irpef e 0,656 per cento per l’addizionale comunale Irpef). Infine, per le prime due fasce di reddito non si è considerato il trattamento integrativo pari a 1.200 euro annui spettanti ai lavoratori dipendenti con redditi sino a 15.000 euro che avrebbe comportato rilevanti effetti migliorativi per i lavoratori dipendenti di queste due classi di reddito.

Tab. 1 – Confronto prelievo fiscale tra lavoratori autonomi e dipendenti – anno 2023 –

(valori in euro)

Reddito per i lavoratori autonomi e retribuzione per i lavoratori dipendenti Prelievo fiscale
lavoratore dipendente
 

 

 

 

 

(X)

Prelievo fiscale
lavoratore autonomo con Flat tax
 

 

 

 

(Y)

Prelievo fiscale
lavoratore autonomo
NO Flat tax
 

 

 

 

(Z)

Maggiore (+) o Minore (-) prelievo fiscale del lavoratore autonomo rispetto al lavoratore dipendente
Con
Flat tax
No
Flat tax
10.000 1.099 3.730 3.367 +2.631 +2.268
15.000 2.588 5.594 5.776 +3.006 +3.188
20.000 3.277 7.459 8.186 +4.182 +4.908
25.000 5.449 9.324 10.664 +3.875 +5.215
30.000 7.429 11.189 13.124 +3.760 +5.696
35.000 10.279 13.053 15.551 +2.774 +5.272
40.000 12.885 14.918 18.129 +2.033 +5.243
45.000 15.426 16.783 20.924 +1.357 +5.498
50.000 17.967 18.648 23.720 +681 +5.753
55.000 20.508 20.513 26.402 +5 +5.894
60.000 23.018 22.377 29.084  -640 +6.066
65.000 25.528 24.242 31.766  -1.285 +6.238

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 Tab. 2 – Trend occupati in Italia dopo avvento Covid-19

  Numero Numero
lavoratori lavoratori
  dipendenti indipendenti
febbraio
2020 17.832.000 5.192.000
ottobre
2022 18.244.000 4.987.000
Differenza + 412.000           – 205.000

                                                          Fonte Istat

 

Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore dipendente di Tab. 1

(valori in euro)

Retribuzione

 

 

 

 

Contributi a carico dipendente

 


( a )

Imponibile

 

 

 

 

 

Irpef

 

 

 

 

( b )

Add.le

Reg.le

Irpef

 

 

( c )

Add.le  Com.le

Irpef

 

( d )

Prelievo fiscale

 

 


( X= a+b+c+d)

10.000 619 9.381 278 141 62 1.099
15.000 929 14.072 1.356 211 92 2.588
20.000 1.238 18.762 1.635 281 123 3.277
25.000 1.798 23.203 3.151 348 152 5.449
30.000 2.157 27.843 4.671 418 183 7.429
35.000 3.217 31.784 6.378 477 208 10.279
40.000 3.676 36.324 8.426 545 238 12.885
45.000 4.136 40.865 10.409 613 268 15.426
50.000 4.595 45.405 12.393 681 298 17.967
55.000 5.055 49.946 14.376 749 328 20.508
60.000 5.514 54.486 16.329 817 357 23.018
65.000 5.974 59.027 18.281 885 387 25.528

 Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore autonomo in regime di Flat tax di Tab. 1

(valori in euro)

Reddito

 

Contributi

 

 

( a )

 

Imponibile

 

 

 

Flat tax

 

 

( b )

Prelievo fiscale
( Y= a+b)
10.000 2.623 7.377 1.107 3.730
15.000 3.935 11.066 1.660 5.594
20.000 5.246 14.754 2.213 7.459
25.000 6.558 18.443 2.766 9.324
30.000 7.869 22.131 3.320 11.189
35.000 9.181 25.820 3.873 13.053
40.000 10.492 29.508 4.426 14.918
45.000 11.804 33.197 4.979 16.783
50.000 13.115 36.885 5.533 18.648
55.000 14.427 40.574 6.086 20.513
60.000 15.738 44.262 6.639 22.377
65.000 17.050 47.951 7.193 24.242

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA 

Come si è giunti al prelievo fiscale sul lavoratore autonomo non in regime di Flat tax di Tab. 1

(valori in euro)

Reddito Contributi

 

 

 

 

 

( a )

Imponibile

 

 

 

 

 

Irpef

 

 

 

 

( b )

  Add.le

reg.le

Irpef

 

 

(c)

Add.le  com.le

Irpef

 

 

 ( d )

Prelievo fiscale

 

 

 

(Z= a+b+c+d)

10.000 2.623 7.377 585 111 48 3.367
15.000 3.935 11.066 1.603 166 73 5.776
20.000 5.246 14.754 2.621 221 97 8.186
25.000 6.558 18.443 3.709 277 121 10.664
30.000 7.869 22.131 4.778 332 145 13.124
35.000 9.181 25.820 5.814 387 169 15.551
40.000 10.492 29.508 7.001 443 194 18.129
45.000 11.804 33.197 8.405 498 218 20.924
50.000 13.115 36.885 9.810 553 242 23.720
55.000 14.427 40.574 11.101 609 266 26.402
60.000 15.738 44.262 12.392 664 290 29.084
65.000 17.050 47.951 13.683 719 315 31.766

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA

 Principali novità fiscali e contributive previste nel 2023

  • LAVORATORI AUTONOMI. Dal 2023 potranno accedere al regime forfetario anche le imprese individuali e i lavoratori autonomi i cui ricavi/compensi sono nella fascia tra 65.000 e 85.000 euro. Con la Legge di Bilancio è stato previsto l’innalzamento del limite di ricavi/compensi da non superare per accedere al regime agevolato (art.1 c. 54 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI AUTONOMI. Per il solo 2023 le imprese individuali e i lavoratori autonomi che non si trovano nel regime forfetario sulla parte degli incrementi di reddito del 2023 rispetto al più elevato dei redditi dichiarati nel triennio precedente, in luogo del prelievo con gli scaglioni IRPEF, possono applicare una tassazione del 15% (art 1 c 55 – 57 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI AUTONOMI. Si elevano le soglie di ricavi da non superare per accedere al regime di contabilità semplificata, da 400.000 a 500.000 euro per le imprese che esercitano attività di prestazioni di servizi e da 700.000 a 800.000 euro per le imprese che esercitano altre attività (art.1 c.276 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Si riduce dal 10% al 5% l’aliquota dell’imposta sostitutiva dovuta sui premi di risultato erogati dal datore di lavoro in quanto previsti da accordi collettivi (art 1 c 63 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Riduzione della quota di contributi a carico dei lavoratori dipendenti. Tale riduzione è pari al 2 per cento se la retribuzione mensile non supera 2.692 euro, mentre è pari al 3 per cento se la retribuzione mensile non supera 1.923 euro (art.1 c.281 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Si eleva l’indennità per congedo parentale all’ 80 per cento (invece che al 30 per cento) della retribuzione limitatamente a un periodo non superiore a un mese e compreso entro il sesto anno di vita del bambino (art.1 c.359 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Ai fini della non tassazione dei premi erogati ai dipendenti, torna la vecchia soglia pari a 258 euro dopo che per il 2022 si era potuto usufruire del maggior limite di 3.000 euro;
  • LAVORATORI DIPENDENTI. Sono reddito da lavoro dipendente le mance percepite dai dipendenti del settore della ristorazione e si prevede la tassazione con una imposta sostitutiva del 5 per cento (art.1 c.58-62 Legge di Bilancio);
  • LAVORATORI DIPENDENTI. I fringe benefit calcolati tramite i costi chilometrici di esercizio di autovetture elaborati dall’ACI saranno più elevati. Infatti si verifica un aumento attorno al 4 per cento per gli automezzi alimentati a benzina e al 7 per cento per i diesel;
  • LAVORATORI DIPENDENTI ED AUTONOMI. Aumento dell’Assegno Unico Universale per figli a carico nel caso di figli sino a 1 anno di età oppure di età inferiore a 3 anni nel caso di ISEE sino a 40.000 euro. Si eleva l’importo dell’assegno anche nel caso di famiglie numerose con quattro o più figli (art.1 c. 357 e 358 Legge di Bilancio).

 

[1] Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.

[2] Dal 2021, però, gli autonomi dispongono dell’ISCRO (Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa), costituita solo per il triennio 2021-2023, in forma sperimentale, e si rivolge esclusivamente ai professionisti e lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata INPS che esercitano attività diverse dall’esercizio di imprese commerciali, con redditi molto bassi e momentanei cali di fatturato. Si tratta di una indennità semestrale, richiedibile una sola volta nel triennio, pari al 25% dell’ultimo reddito dichiarato. La misura di sostegno prevede l’erogazione di una indennità mensile trai i 250 euro e gli 800 euro, a seconda dei requisiti posseduti dal richiedente.

[3]  Condizioni di vita e reddito delle famiglie (anni 2020 e 2021), “Non cala il rischio povertà o esclusione sociale”, Roma 10 ottobre 2022.

[4] Istat, Occupati e disoccupati, Dati provvisori, ottobre 2022, 1 dicembre 2022.

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