Proseguono le iniziative nell’ambito del progetto “Città Segreta. Storie, cronache, leggende nella Rovigo del Cinquecento”, promosso da ARCI Nuova Associazione Comitato Provinciale e sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, nell’ambito del bando “Culturalmente”.
Venerdì 29 marzo, Palazzo Celio ha ospitato le autrici del libro “Città Segreta”, Giorgia Businaro e Giovanna Pizzo, nell’incontro dal titolo “Sante, Streghe o Madonne? Solo donne”. Non poteva infatti mancare un momento di confronto sui temi oggetto dell’indagine storica sulla Rovigo del Cinquecento anche all’interno di Iniziativa Donna, l’articolato programma di eventi promosso dalla Provincia di Rovigo e ideato per parlare dei diversi aspetti che compongono il mondo femminile.
Con l’intento di esaminare l’essere donna nelle nostre terre, oggi come ieri, si è approfondito il racconto delle segnaresse che si muovevano tra piazze e vie del capoluogo, per offrire i propri servizi a buona parte della città.
Dietro le loro storie si cela una condizione femminile tra le più umilianti, frutto di una società che permetteva che venissero adottate violenze domestiche e pratiche inquisitorie. Queste ultime, frequenti soprattutto nei processi che coinvolsero il gruppo di donne rodigine, portavano quasi sempre ad una sentenza di colpevolezza, anche sulla base di prove arbitrarie.
Donne, madri e figlie, giovani ed anziane, spesso socialmente isolate, divennero il capro espiatorio a cui ricondurre molti tra gli episodi che a Rovigo andavano repressi, perché ritenuti eretici e in grado di rovinare l’ordine stabilito. Le condanne esemplari che il Tribunale riservò loro furono solo l’ultimo atto di un’esistenza privata della dignità, ben prima dei processi per stregoneria in cui furono coinvolte.
Un trattamento che potrebbe ricordare quello riservato oggi ad alcune donne, esposte al pubblico disprezzo e processate sui social media o, in casi ancora più gravi, oggetto di uno spaventoso ribaltamento che le porta da vittime a responsabili delle violenze subite.
Durante l’incontro è stato presentato un video realizzato dal videomaker Martino Montagna per raccontare alcuni dei quattro eventi artistici legati al progetto, realizzati nel novembre scorso. In particolare le immagini ricordano la storia di Costanza Fratirolla, accusata di stregoneria e punita in modo esemplare, poiché ritenuta la principale fonte di immoralità in città.
Il progetto Città Segreta, che si concluderà a maggio, aggiunge quindi un nuovo strumento per continuare a raccontare il passato della nostra cittadina, ma anche per raggiungere una consapevolezza comune su di una tematica, quella della condizione della donna, del suo ruolo e valore per le comunità non sempre riconosciuti, quantomai complessa e ancora attuale.