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LE PAROLE DEL TEATRO POSSONO CAMBIARE IL MONDO

Domenica 19 maggio è stata l’ultima giornata di esibizione per il Premio Tomeo 2024, il concorso provinciale per i gruppi teatrali dei ragazzi del Polesine, ideato da Irene Lissandrin con ViviRovigo ed il Comune di Lendinara con la Cittadella della cultura, in partnership con Badia Polesine, Rovigo, Loreo e Taglio di Po, Arteven-Regione Veneto-Mic, i patrocini di Provincia e Fondazione Rovigo cultura ed una grande cordata di sostenitori privati, in primis la Inox tech spa. In scena, al mattino, i piccoli del laboratorio “Il teatro volante” organizzato da ViviRovigo, e la sera, gli studenti del Gruppo teatro dell’Istituto d’istruzione superiore Primo Levi di Badia Polesine. Per una bella combinazione, entrambi gli spettacoli erano a tematica ambientale. Le premiazioni il 24 maggio.

Ultima ritualità della lettura dei “principi” del Premio Tomeo da parte del dio delle arti Apollo; ultimi saluti dal palco, da dove Lissandrin ha ripetuto ancora una volta: “Il Premio Tomeo è l’opportunità di portare in scena tutti i benefici acquisiti facendo teatro. I ragazzi che fanno teatro sono liberi, liberi di essere, liberi di fare, liberi di pensare”. Ultimi crocchi di gente davanti al teatro Ballarin, ultimi spettatori che ancora si attardano ai tavolini del bar della piazzetta antistante il teatro, ultime fatiche per le maschere ed il personale di biglietteria, volontari di ViviRovigo e staff della Biblioteca cittadina. Ultime votazioni. In Giuria c’era Athos Tromboni, la penna ferrarese della critica teatrale.

In mattinata, i bambini de “Il teatro volante” hanno portato in scena “Alla ricerca dell’armonia perduta”, in gara nella categoria 6-10 anni: fiaba originale di Beatrice Pizzardo, che ha curato anche la regia. Scenografia minimal, se non per una “saggia” quercia, tutto lo spazio scenico è stato ben interpretato dai bambini, opportunamente preparati come ad un gioco fantastico, in cui personificavano ogni sorta di animale, abitante della pacifica terra di Harmonisia. Ma il regno ed il pianeta sono in pericolo, sommersi dalla plastica e avvolti dall’aria ammalorata, dall’inquinamento e dalla sconsideratezza. Gli animali dovranno decidere di riportare in fretta armonia nell’ambiente, rispetto reciproco ed equilibrio con la natura, per continuare a vivere felici. Una fiaba di sensibilizzazione ambientale, in cui i bambini hanno recitato la parte con gioiosa convinzione con la difficile tecnica della coralità, ma ancora meglio hanno condiviso movimenti scenici piacevoli e ben distribuiti.

In serata, sono saliti sul palco i 12 allievi del Gruppo teatrale dell’Iis Primo Levi, diretti da Georg Sobbein gara nella categoria 14-19 anni. Per loro, una drammatizzazione sperimentale, a recitazione corale: “Neanche questo pezzo salverà il mondo”, testo potente e dirompente, mai rappresentato in Italia, del drammaturgo austriaco contemporaneo Thomas Köck, tradotto e adattato appositamente dal tedesco dallo stesso Georg Sobbe. Un testo che affronta il tema ambientale in modo drastico, forse ideologico, ma necessario, come ha detto lo stesso Sobbe. Il tema è il raggiungimento del punto di non-ritorno del cammino dell’umanità nella distruzione del pianeta. L’accelerazione dell’estinzione delle specie animali, come un calvario di vite spezzate, disseminate a bordo sentiero, è ormai la tragica anticipazione dell’estinzione umana. È come un grido di dolore e di accusa, che arriva da un futuro che non potrà essere vissuto, dalle tante specie animali fatte sparire dall’uomo europeo, tra massacri e futilità, che ora declamano e reclamano, la loro mancata possibilità di esistere, lanciando moniti che lacerano le coscienze. Le parole, italiano ed inglese, cadono come macigni nel “silenzio dell’estinzione”. Monocultura, fallimento del capitalismo, sostenibilità ambientale come moda; la politica ha terminato le battute anche per le prossime stagioni; “è un’occupazione del futuro da parte del presente”. Il commento sonoro dell’organo tinge di epopea la narrazione, come un canto epico contemporaneo. La recitazione è di una potenza sconvolgente e arriva al pubblico, senza mezze misure. Superlativi i ragazzi di un Georg Sobbe, che sale commosso sul palco per il commento finale. “Non abbiamo altro luogo se non il teatro – ha chiosato l’attore e regista – per dare questi messaggi. Il teatro è un luogo sacro in cui le parole hanno un peso”. Le parole possono cambiare il mondo.

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