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MEDICI A GETTONE, LORENZONI HA LANCIATO L’ALLARME

“Giovedì pomeriggio scorso (19 gennaio ndr) ho presentato un’interrogazione al presidente Luca Zaia e all’assessore Manuela Lanzarin per chiedere conto dell’operato dei medici a gettone”. Così il Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, il quale riprende, e condivide, l’allarme lanciato dall’Anaao Assomed, il sindacato di medici e dirigenti: non c’è alcuna verifica rispetto alle loro attività, mentre le relative spese sono ormai fuori controllo.

“Personalmente, mi sono già fatto voce dei medici del sistema pubblico – prosegue – chiedendo all’amministrazione regionale di affrontare l’emergenza e, nel contempo, di tutelare il diritto alle cure dei cittadini. Serve una risposta immediata e circostanziata”.

Secondo un’inchiesta a cura di Dataroom di Milena Gabanelli “nel Veneto della sanità d’eccellenza” oggi mancano 124 medici nei pronto soccorso, 75 anestesisti, 28 ginecologi e 20 pediatri. Da qui l’esternalizzazione a delle cooperative, nel 2022, di 42.061 turni appaltati tra accettazione e pronto soccorso, servizio anestesiologico nelle sale operatorie e terapie intensive, pediatria, ostetricia e ginecologia. Un dato, peraltro, di gran lunga superiore agli ultimi numeri diramati dall’amministrazione regionale: sarebbero “solo” 25mila i turni appaltati nel 2021.

“I cittadini hanno il diritto di essere messi al corrente sulle garanzie che la Regione ha assunto per controllare l’azione dei medici a gettone – sottolinea Lorenzoni – Si tratta di personale esterno che, di fatto, è sempre più presente nei turni di servizio nei reparti delle strutture sanitarie regionali”. Tali esternalizzazioni, al di là dei numeri elevati, “rappresentano un costo abnorme per la collettività. E, per di più, rischiano di comportare una diminuzione della qualità del servizio. Quale medico troverà il cittadino che chiede aiuto in un presidio di pronto soccorso?”.

Non solo. “Risulta – chiarisce il Portavoce – che i medici a gettone siano sottoposti anche a turni di 12 ore consecutive. Solitamente di notte e principalmente nei fine settimana e durante i giorni festivi”. Giova ricordare che “il numero di medici da ammettere annualmente ai corsi di specialità viene determinato dalle Regioni sulla base della previsione del fabbisogno di medici nel territorio, in un rapporto di contrattazione con il Ministero della Salute”.

In Veneto è acclarata una diffusa carenza di personale sanitario; d’altro canto i concorsi di assunzione delle Asl spesso non riescono ad acquisire il personale necessario. Di conseguenza, le Aziende Ospedaliere sopperiscono ai buchi di organico appaltando a cooperative che a loro volta reclutano personale “a gettone” tra medici neolaureati, liberi professionisti e pensionati.

“Stando al rapporto di Ires Veneto del maggio del 2022”, conclude Lorenzoni, “nel medio periodo un quarto dei cittadini veneti non sarà più assistito dai medici di base. Quegli stessi cittadini che ora, giustamente, pretendono delle risposte chiare sul modello sanitario che la Regione, competente in materia, intende perseguire”.

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