Un anno fa abbiamo perso Elios Andreini.
All’ARCI ed a Radio Bluetu pare giusto, anzi doveroso, ricordarlo.
Perché l’impegno, l’opera, lo spirito che hanno caratterizzato la vita di Elios rappresentano un riferimento encomiabile, sono degni di memoria e, anche, di gratitudine.
Ed il ricordo di Elios non è dovuto solo da parte nostra, è dovuto anche da parte di tante persone, di tanti polesani delle più diverse estrazioni, o idee, o opinioni politiche. Perché Andreini è stato un raro esempio di come una fede politica, un uomo di partito – il Partito Comunista per chi magari lo ignorasse – , di come una visione politica e sociale particolare (diciamo partigiana nel senso più alto della parola) siano stati non un limite, non una chiusura o miope parzialità, ma anzi il presupposto, la leva, lo strumento con cui egli ha saputo conoscere ed interpretare come pochi la nostra realtà, non solo nell’ottica politica ma pure nell’ottica sociale, e culturale, e storica.
Bastino, in questo senso, due aspetti pressoché unici: la varietà (a 360 gradi, possiamo dire) dei suoi rapporti politici, civili, umani sempre accompagnati da riconoscimenti di stima, di considerazione anche da parte di avversari politici; e l’impegno culturale in senso ampio, e specificamente tradotto in varie pubblicazioni storiche che sono documentazione e riferimenti preziosi per chi si occupa della storia del Polesine.
L’attività politica nel PCI e nel PDS poi, lo ha portato – solo per fare qualche esempio – a ricoprire ruoli importanti: ViceSindaco di Adria, segretario della federazione provinciale del partito, e poi Senatore (in due legislature) attivo nella Commissione Ambiente, dove trasferì il suo impegno pionieristico per la costituzione del Parco Regionale del Delta.
Pochi, credo, hanno conosciuto o conoscono il nostro territorio in tutti gli aspetti, perfino quelli minuti o “di colore”, diciamo così, come questo romagnolo di Villanova di Bagnacavallo trapiantato in Polesine e definitivamente accasato ad Adria (città in cui ha trovato alcune singolari affinità, per così dire, “di carattere”).
Chi come noi ne ha condiviso, in forma e modi diversi, attività ed impegni ma anche tanti momenti di vita quotidiana, di convivialità, di esperienze di socialità, le passioni per certi sport come il ciclismo e la fede juventina (si sa, la Romagna è da sempre calcisticamente bianconera) ritrova nella memoria innumerevoli occasioni per richiamare la ricchezza e – come si dice oggi – la forte empatia della sua personalità.
Lo spiccato accento romagnolo, la prontezza di parola, di pensiero e di battute umoristiche, la naturale, viva intelligenza delle cose e degli uomini sono tratti dell’uomo Elios che tanti hanno conosciuto ed apprezzato e ne hanno fatto una figura unica, anche per i tratti di simpatia, nella nostra società. E oggi, nel nostro ricordo. Che, abbiamo detto, dichiara una perdita ma insieme si lega alla memoria di una presenza viva, in qualche modo comunque propositiva: Elios, infatti, fino all’ultimo ha seguito, oltre al resto, con simpatia ed attenzione, la nostra attività culturale e sociale.
Ciao compagno Elios, ciao amico Elios.
Antonio Lodo