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Un concerto esperienziale a Giacciano con l’organo di San Ippolito

Un bel concerto. Uno di quelli che è esperienza storico-sociale, oltre che sonora. Un concerto che pacifica gli animi, li riconnette alla propria storia e rinvigorisce il senso di comunità. Questa è la potenza evocativa dell’organo Antonio Callido 1829 della chiesa di San Ippolito, a Giacciano, che è tornato ad esibirsi in assolo, sotto la guida del maestro Rodolfo Bellatti, nell’evento finale del Festival Antichi organi del Polesine, XX edizione, andato in scena ieri sera, 30 dicembre. In programma c’erano composizioni pastorali e natalizie di autori italiani e francesi del Settecento. Rodolfo Bellatti, concertista ligure di grande esperienza e preparazione, ha dato il meglio di sé, sia nell’esibizione alla consolle, dove ha usato tutti i registri e i caratteri fonici dello strumento, sia nelle spiegazioni intercalate fra i brani, dove ha raccontato degli autori e del loro stile. Iniziativa della direzione artistica del Festival Antichi organi, del maestro Nicola Cittadin, che per il ritorno a Giacciano, ha voluto contestualizzare il più possibile la musica allo strumento, in modo chiaro e comprensibile a tutti. La Parrocchia in accordo col Comune, ha dato un contributo fondamentale alla serata, affidando a Marcello, che è la memoria storica di San Ippolito, un’introduzione al concerto con notizie sulla chiesa, sulla famiglia dei Bentivoglio che la fece costruire e sull’organo Antonio Callido, raccontando aneddoti simpatici.

Orgogliosa di aver fatto rientrare dopo tanti anni, la piccola Giacciano nella programmazione del Festival, la consigliera alla Cultura Agnese Rinaldi, che ha portato il saluto del sindaco Natale Pigaiani e accolto con calore il maestro Rodolfo Bellatti.

L’esibizione è stata un vero successo. La comunità di Giacciano, rapita e ancora incredula sulle potenzialità del suo strumento storico, non andava più via e non smetteva di applaudire, tanto che il maestro Rodolfo Bellatti, ha continuato con due fuori programma e poi, si è intrattenuto a lungo fra le domande e la curiosità generale. L’assemblea non si è sciolta neppure dopo il commiato di don Stefano Certossi, parroco di San Ippolito, che ha molto apprezzato l’esibizione dichiarando che la musica aveva riempito i cuori di dolcezza, da portare con sé nel nuovo anno. Elettrizzato e sbalordito pure il coro parrocchiale, che è l’unico ad utilizzare l’organo per l’animazione della messa. Tutti pronti a ripetere l’esperienza il prossimo anno.

Il Festival Antichi organi del Polesine, XX edizione, si è dunque chiuso già guardando al 2024. Come sempre ha la direzione artistica dell’organista rodigino Nicola Cittadin, l’organizzazione di Asolo musica, con i contributi di Mic, Regione del Veneto e Fondazione Rovigo cultura, il patrocinio delle Diocesi di Adria Rovigo e di Chioggia e della Provincia di Rovigopartnership in questa edizione con i Comuni di Giacciano con Baruchella, Lendinara, Loreo, Porto Tolle e Rovigo.

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