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Veneto, Cgia: “150mila attivi in meno entro il 2030”

Il Veneto si trova di fronte a una sfida demografica senza precedenti. Secondo la Cgia di Mestre, tra il 2021 e il 2030 la regione vedrà una significativa diminuzione della sua popolazione in età lavorativa, con una perdita prevista di oltre 150mila persone, pari al 4,9 per cento.

Questo trend non solo è senza precedenti nella regione, ma risulta essere più marcato rispetto ad altre regioni del Centro-Nord. Se nel 2018 la popolazione in età lavorativa del Veneto superava i 3,1 milioni di individui, è probabile che nel 2030 si ridurrà a poco più di 2,95 milioni di persone. Un calo demografico di tale portata non può essere sottovalutato, poiché avrà un impatto diretto sull’economia e sul tessuto sociale della regione.

L’analisi dell’ufficio studi della Cgia si basa su previsioni demografiche dell’Istat e dell’Eurostat e aggiunge ulteriori sfide già presenti, come il cambiamento climatico, la transizione energetica e l’intelligenza artificiale. Questi fattori, combinati con una popolazione in diminuzione, comporteranno conseguenze negative per le imprese locali. La ricerca di giovani lavoratori qualificati diventerà sempre più difficile, minacciando l’operatività delle imprese artigiane, commerciali e industriali.

È importante sottolineare che l’inversione di questo trend demografico è improbabile nel breve termine e anche il ricorso a lavoratori stranieri non potrà risolvere completamente la situazione. Ciò mette in evidenza la necessità di adattarsi a un rallentamento progressivo, che potrebbe influenzare anche l’andamento dell’economia regionale. Una popolazione sempre più anziana comporterà un aumento della spesa previdenziale, sanitaria e assistenziale, creando ulteriori pressioni sul sistema sociale.

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