“Ogni promessa è debito”, ha dichiarato la sindaca Cittadin parlando del rondò “da Ponta”. Peccato che, ancora una volta, le parole non coincidano con i fatti.
L’intervento, oggi presentato come un successo dell’attuale amministrazione, era già stato progettato, finanziato e inserito nel piano triennale dei lavori pubblici durante la precedente amministrazione Gaffeo, che aveva anche avviato le procedure tecniche con Acquevenete per risolvere le interferenze. La giunta Cittadin ha semplicemente ereditato un progetto già pronto, impiegando quasi due anni solo per arrivare al bando di gara.
Eppure, in Consiglio comunale, lo stesso Rizzato, oggi assessore e candidato alle elezioni regionali, si era astenuto sul finanziamento, definendo il rondò “uno spreco di denaro pubblico” e sostenendo che bastasse riprogrammare i semafori. In diciotto mesi di governo non è stato fatto neppure quello: né una revisione dei tempi semaforici, né un intervento concreto per migliorare la viabilità.
Oggi si tenta di riscrivere la storia a fini di propaganda, trasformando un progetto ereditato in un presunto “risultato” dell’attuale amministrazione.
Civica per Rovigo ritiene inaccettabile utilizzare le opere pubbliche e l’istituzione comunale come strumenti di campagne di immagine ed elettorali.
Si vede che a forza di girare in tondo, tra annunci e autocelebrazioni, Rovigo resta ferma ai semafori.



