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ITALGAS SPA Veneto Lombardia Emilia Romagna Fumata nera al Ministero del Lavoro

Le organizzazioni sindacali (OO.SS.) Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, unitamente alle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) di ITALGAS SPA, hanno proclamato lo stato di agitazione per tutto il Polo Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Italgas è una società per azioni a partecipazione pubblica che distribuisce GAS in tutto il territorio italiano. Sul proprio sito a proposito della sua missione si presenta così: (il nostro è) “un impegno ininterrotto, sempre basato sulla competenza, efficienza, innovazione, qualità e sicurezza e ispirato alla trasparenza dell’agire quotidiano, all’integrità dei comportamenti e alla responsabilità verso le comunità servite”.

Italgas scrive questo perché consapevole che una falla nella propria organizzazione del lavoro avrebbe effetti gravi sulla sicurezza di lavoratori e cittadini, in quanto la materia trattata è GAS, un combustibile esplosivo che circola compresso in tubi che circondano il nostro vivere quotidiano, sotto strade e marciapiedi dove corriamo e camminiamo, entra nelle nostre case, negli uffici, nelle scuole.

Al contrario di quanto sopra riportato però i lavoratori Italgas, ormai allo stremo, lamentano la cronica carenza di personale legata ad un turn over fuori controllo che non consente la sostituzione dei lavoratori che escono dall’azienda, con conseguente maggior carico di lavoro per il personale in servizio, costretto a periodi di reperibilità oltre i limiti contrattuali, nonché a turni notturni in solitaria per la rilevazione delle perdite di GAS nella rete, eseguiti in cantieri stradali improvvisati che non garantiscono nemmeno la sicurezza degli operatori. Il cittadino e le istituzioni sono tranquilli nel sapere che in queste condizioni viene garantita la sicurezza degli impianti gas italiani?

OO.SS. e RSU del Polo richiedono da tempo un intervento migliorativo ad Italgas. All’ultima richiesta urgente di incontro, formalizzata lo scorso 23 novembre, l’azienda nemmeno ha risposto.

Questo comportamento di Italgas è inaccettabile e avviene assunto nonostante la responsabilità dei lavoratori che hanno ricercato invano e per tempo una risoluzione civile e condivisibile della realtà sopra riportata. Il protocollo delle relazioni sindacali da poco sottoscritto dall’azienda, che ha lo scopo di coinvolgere i lavoratori nel processo organizzativo che li riguarda, giace disapplicato, tant’è che il mese scorso Italgas ha imposto unilateralmente ai lavoratori le chiusure aziendali, la collocazione forzata in smart working di una parte del personale e la nomina forzata dei preposti alla sicurezza.

Considerando quanto sopra esposto per il Polo Veneto – Lombardia – Emilia Romagna, il 19 dicembre si è svolto il primo incontro presso il Ministero del Lavoro, seguito da un ulteriore tentativo di conciliazione con Italgas fatto nel secondo incontro del 4 gennaio 2023 a livello aziendale, a fronte di quanto previsto ex legge 164/1990 e 83/2000 in merito alla procedura di raffreddamento.

Abbiamo chiesto a Italgas, fanno sapere OO.SS. e RSU, un piano di assunzioni certo per il Polo Veneto Lombardia Emilia Romagna, vista la cronica mancanza di personale che perdura da anni, di applicare la reperibilità con massimo 10 giorni al mese, come previsto dal contratto nazionale, di ridurre i turni notturni Picarro per il singolo lavoratore, di garantire gli interventi stradali con due operatori. Ma da parte dell’azienda nessuna apertura.

Ecco perché nell’ultimo incontro fatto al Ministero del Lavoro lunedì 9 gennaio 2023 viene sancito da parte del Ministero l’esito negativo della procedura.

Adesso RSU e OO.SS. giovedì 11 gennaio faranno le assemblee con tutte le lavoratrici e i lavoratori del Polo per spiegare nel dettaglio l’atteggiamento di Italgas su tutti i temi e decidere come proseguire l’agitazione. Non si esclude il ricorso allo sciopero.

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