Da quasi 20 anni in via Bramante si poteva vedere lo scheletro di un edificio realizzato da ATER e mai portato a compimento per gravissime irregolarità strutturali. Non sappiamo se chi ha commesso quegli errori abbia pagato, come da sentenza della Corte dei Conti, che aveva condannato ATER stessa oltre a due tecnici, sappiamo che era uno sperpero totale di denaro pubblico e che si trattava di un incarico tecnico a lungo molto discusso. Ora, grazie a fondi propri di ATER si rimedia, ma quei soldi dovevano servire per fare alloggi di edilizia popolare pubblica, in attesa da decenni.
Ha preso il via la tanto attesa demolizione dello scheletro di via Bramante, una struttura rimasta incompiuta per anni e simbolo di degrado urbano. L’intervento segna l’inizio di un importante progetto di rigenerazione che restituirà alla città un’area completamente rinnovata e funzionale.
Il piano prevede la costruzione di 12 nuovi alloggi, oltre al trasferimento della sede Ater nel nuovo complesso. Progetto finanziato da fondi propri Ater, contributi regionali e dall’accensione di un mutuo.
Contestualmente, nell’attuale sede ATER, l’obiettivo è di realizzare alloggi per studenti, prevedendo al piano terra una mensa comune, spazi ricreativi e una piccola biblioteca, favorendo così la socialità e migliorando i servizi abitativi anche per i giovani del territorio e per chi frequenta l’università e viene da fuori città.
Si avvia così la conclusione di un questione in sospeso da molto tempo, con la demolizione verranno recuperate e numerate delle travi che verranno riutilizzate nella nuova costruzione.
Un intervento che rappresenta un passo concreto verso la valorizzazione del patrimonio urbano e la creazione di nuove opportunità per cittadini e studenti, contribuendo al miglioramento della qualità della vita e del tessuto sociale di Rovigo.
								

