Presunte firme false e candidati ignari di essere stati inseriti nelle liste elettorali: il caso è scoppiato in seguito ad alcuni servizi di Striscia la notizia, coinvolto anche un vigile urbano di Rovigo
ROVIGO – Giovedì 23 settembre i finanzieri del comando provinciale di Padova (a conclusione di un’articolata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Rovigo) hanno dato esecuzione in diversi comuni della provincia di Foggia, Lecce e Rovigo a un’ordinanza applicativa di sette misure cautelari personali emessa nei confronti di cinque persone ai vertici de “L’Altra Italia” – movimento politico di estrema destra emergente nel panorama nazionale – a seguito delle 15 denunce già compiute nel luglio 2021. A finire nei guai il pugliese Mino Cartelli, segretario nazionale del partito, ora agli arresti domiciliari.
Obbligo di firma per altre quattro persone tra cui Francesco Foti, vigile urbano a Rovigo e consigliere comunale a Barbona, per il quale è stata anche disposta (al pari di un altro consigliere) la sospensione dai pubblici uffici per un anno. L’attività investigativa, eseguita dalle fiamme gialle di Este, è stata avviata dopo alcuni servizi trasmessi nel 2019 da “Striscia la Notizia” nei quali si faceva particolare riferimento alla presentazione di false liste elettorali per le elezioni comunali svoltesi in contesti territoriali di piccole dimensioni. I preliminari accertamenti avevano permesso agli investigatori di riscontrare come – nel corso delle tornate elettorali per la nomina alla carica di sindaco e di consigliere comunale per i Comuni di Barbona (Pd) e di Vighizzolo d’Este (Pd) tenutesi, rispettivamente, nel maggio 2019 e nel settembre 2020 – Altra Italia avesse presentato liste di candidati formate da soggetti iscritti, nella maggioranza dei casi, a loro insaputa.
L’Autorità Giudiziaria rodigina, pertanto, oltre ad avallare le condotte contestate, ha esteso le indagini agli ulteriori 21 Comuni in cui il movimento politico aveva presentato i propri candidati per la consultazione elettorale del settembre 2020 e, in particolare, nelle province di Alessandria, Asti, Belluno, Bergamo, Campobasso, Catanzaro, Cosenza, Genova, Imperia, Isernia, Perugia, Pisa, Potenza, Savona, Vibo Valentia e Vicenza, tutti con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti e per i quali la normativa vigente prevede una procedura semplificata per le relative candidature.
All’esito delle articolate indagini svolte, i Finanzieri della Compagnia di Este hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Rovigo i 15 principali responsabili, che, a vario titolo, hanno concorso alla formazione e alla presentazione di false liste di candidati presso 23 amministrazioni locali insistenti su tutto il territorio nazionale. Attesa la gravità dei fatti rilevati, per l’evidente ragione che detti falsi si traducono in un artificio idoneo ad inficiare nel suo complesso la regolarità delle operazioni di voto, il Tribunale di Rovigo, accogliendo le proposte formulate dal Pubblico Ministero, ha emesso un’ordinanza applicativa di sette misure cautelari personali, disponendo gli arresti domiciliari nei confronti del segretario nazionale del movimento, nonché l’obbligo di firma avverso due pubblici ufficiali autenticatori (destinatari anche della misura interdittiva della sospensione temporanea dal pubblico ufficio di consigliere comunale per dodici mesi) e nei riguardi di due dirigenti del movimento.