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Fiom Verona: Le assunzioni vanno verificate, non solo sbandierate

Riguardo all’articolo uscito sul L’Arena l’11 aprile 2025 con il titolo “In tre mesi 30mila assunzioni, Verona nella top ten” la Fiom territoriale esprime le proprie perplessità su un dato sbandierato come assoluto, senza che vi sia fatta a monte un’analisi reale sia del tipo di assunzioni, sia della situazione economica ed occupazionale generale all’interno della quale queste assunzioni vengono fatte.

“Queste 30 mila assunzioni sono legate prettamente alla stagionalità dei lavori richiesti, visti i settori coinvolti (ristorazione, servizi, logistica ) e il fatto che siamo a primavera. Quindi, parliamo spesso di contratti a termine e non di contratti stabili a tempo indeterminato. Inoltre, si dovrebbe analizzare anche le condizioni lavorative ed economiche dei lavoratori e lavoratrici coinvolti, spesso costretti a lavorare 10/12 ore al giorno per essere mal pagati, con salari da fame, o come spesso accade, in grigio. Infine, c’è da evidenziare come in questo quadro occupazionale manchi completamente il settore manifatturiero della provincia di Verona, falcidiato da dichiarazioni di licenziamenti e di cessazioni di attività che provocheranno inevitabilmente una consistente perdita di posti di lavoro, come dimostrano le recenti vicende della Sunlight, Georg Fischer, Borromini, Vetrerie Riunite e Demetra.” Ha commentato il segretario generale della Fiom di Verona Martino Braccioforte, continuando: “Per tali ragioni, il futuro occupazionale della provincia veronese non è per nulla roseo, in quanto si stanno perdendo realtà e professionalità importanti del tessuto industriale manifatturiero locale, fatto di competenze, di qualità e di contratti stabili, mentre ci si dirige sempre più verso un modello di occupazione legato ai servizi, costruito sulla precarietà e sullo sfruttamento. Serve un atto di responsabilità da parte delle imprese e delle istituzioni per poter garantire il mantenimento dell’industria scaligera e dare le dovute garanzie, economiche e contrattuali, ai giovani del territorio, che inevitabilmente, vista la mancanza di prospettive, si dirigono verso l’estero a cercare nuove opportunità di lavoro più soddisfacenti e redditizie.”

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