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Ristori economici Adriatic LNG e sviluppo del Polesine: un’occasione persa?

«Abbiamo appreso dai quotidiani locali i termini del recente accordo raggiunto in Regione Veneto sull’erogazione, da parte di Adriatic Lng, gestore del rigassificatore al largo della costa polesana, di un ristoro economico al territorio di due milioni di euro in 6 anni, a fronte della concessione all’azienda di un consistente aumento della capacità produttiva di rigassificazione.
Ricordiamo che già nel 2024 il rigassificatore ha immesso in rete 8,7 miliardi di metri cubi di gas, con un aumento del 2,5% rispetto al 2023 ed arrivando a coprire circa il 15% dell’intero fabbisogno nazionale. Tutto ciò a conferma di quanto il nostro territorio da anni contribuisca, in maniera determinante, al fabbisogno energetico nazionale, pur a fronte di alcune ricadute problematiche in termini ambientali, che furono oggetto di ampia discussione già al momento del suo insediamento.
Premesso che ogni risorsa destinata alla nostra provincia è certamente utile e che la salute dell’azienda è una buona notizia anche per i lavoratori, l’accordo raggiunto, visto quanto concesso ad Adriatic Lng, desta però forti perplessità sia sul metodo che sul merito. Come Cgil Cisl e Uil avevamo chiesto pubblicamente, ancora ad ottobre 2024, un confronto su tale questione con l’apertura di un “tavolo permanente” – già previsto dal precedente accordo del 2008 – che potesse coinvolgere tutti gli attori istituzionali, sociali ed economici dell’intero nostro territorio, e non solo una minoranza di essi.
L’obiettivo della nostra proposta era di concordare, attraverso il coinvolgimento di tutti, le giuste compensazioni economiche a favore del Polesine, destinate agli interessi generali del territorio, anche in virtù del fatto che i progetti in questione sono senza dubbio economicamente redditizi per l’Azienda e fondamentali per la sicurezza energetica nazionale.
A tale scopo avevamo chiesto ed ottenuto, a gennaio 2025, un incontro in Prefettura in cui erano presenti anche Regione Veneto, Provincia, Comuni polesani interessati al comparto della pesca, associazioni datoriali di rappresentanza del settore pesca e Confindustria Veneto Est. In quella occasione avevamo ribadito le nostre posizioni e proposte per lo sviluppo del territorio, con l’intenzione di evitare che le eventuali decisioni sull’entità del ristoro economico e sulla sua destinazione fossero prese al di fuori della nostra provincia. Le nostre considerazioni sembravano al momento aver trovato attenzione, quantomeno da alcuni dei soggetti presenti a tale incontro. Dopodiché, invece, è calato il silenzio da parte di tutti i presenti, fino alla notizia dei giorni scorsi sull’avvenuto accordo.
Da qui le nostre forti perplessità: non pensavamo certo di decidere noi come Organizzazioni sindacali, ma perché non si sono voluti coinvolgere tutti i soggetti del territorio, come avevamo chiesto, per ragionare in maniera approfondita sull’importo del ristoro e sulla destinazione dei fondi per aiutare uno sviluppo di qualità della nostra provincia? Ci eravamo già espressi favorevolmente riguardo alla destinazione di almeno una parte delle risorse ai settori in particolare difficoltà come la pesca e l’acquacoltura, ma sarebbe stato più utile che tali decisioni avvenissero attraverso un confronto e progettualità condivise da tutti gli attori. Un territorio che agisca unito, facendo rete, avrebbe avuto anche più titolo ed autorevolezza della discussione con l’Azienda, fattore che infatti non sembra sia emerso nel recente incontro.
Appare invece che la “montagna abbia partorito un topolino”, dato che 2 milioni di euro in ben sei anni (cioè meno di 340mila euro all’anno) sono oggettivamente poca cosa per realizzare importanti progettualità territoriali, tanto più considerando che l’Azienda svolge un’attività particolarmente redditizia e che, pur in assenza di un obbligo giuridico specifico sull’erogazione dei ristori al territorio, vista l’attività svolta, crediamo abbia una chiara responsabilità sociale nei confronti della comunità locale.
Un’ultima seria considerazione: da quanto abbiamo letto, pare che la gestione dei ristori sia stata affidata all’Ente Parco. Pur riconoscendo l’importanza e il valore di questo ente, ci chiediamo: perché non è stata presa in considerazione la nostra proposta, già formulata durante l’incontro in Prefettura, di affidare questo ruolo ad “AS2” che per competenze, caratteristiche e composizione sociale, ancor più giuridicamente dopo l’acquisizione del ramo d’azienda di Consvipo e dopo essere stato individuato come braccio operativo dell’Ipa (Intesa Programmatica d’Area), sarebbe il più idoneo a svolgere tale funzione? A maggior ragione, in una fase in cui è interesse di tutti rilanciarne la funzione e le attività. L’impressione è, ancora una volta, che chi ha responsabilità politico-istituzionali nel nostro territorio non abbia saputo o voluto lavorare in sinergia, facendo sistema, per fare fronte comune a favore gli interessi generali della nostra collettività. Un’altra occasione persa?».

Pieralberto Colombo
Segretario Generale CGIL Rovigo
Samuel Scavazzin
Segretario Generale CISL Padova Rovigo
Gino Gregnanin
Coordinatore provinciale UIL Rovigo
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