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Addio al Progetto SAI: una decisione grave, che indebolisce il territorio.

Con profondo sconcerto prendiamo atto della decisione della Giunta Comunale di Rovigo di recedere dal Progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione), attivo in città da oltre vent’anni e finanziato interamente dal Ministero dell’Interno. Un progetto consolidato, che ha rappresentato per Rovigo uno strumento efficace e riconosciuto di inclusione sociale e governo del fenomeno migratorio.

La decisione, resa pubblica il 29 luglio dal Sindaco, appare incongruente rispetto a quanto deliberato appena qualche giorno prima dalla stessa Giunta, che aveva approvato la prosecuzione triennale del progetto per il periodo 2026–2028. Un cambio di rotta repentino e privo, ad oggi, di spiegazioni concrete.

Il Progetto SAI ha garantito nel tempo percorsi personalizzati di accoglienza, formazione e inserimento lavorativo, coinvolgendo in modo responsabile il tessuto economico e sociale cittadino. Attualmente attivo per 30 beneficiari (su una popolazione di 50.000 abitanti), ha generato ricadute positive per l’intera collettività: dai corsi di lingua italiana alla mediazione culturale, dal sostegno abitativo alla collaborazione con enti pubblici e privati, tra cui l’AULSS, le scuole, il Centro per l’Impiego e le associazioni del territorio.

Anche il mondo agricolo e logistico locale ha beneficiato dell’inserimento lavorativo dei beneficiari del SAI, in un contesto dove il 70% dei nuovi contratti nel 2024 ha riguardato lavoratori stranieri.

Il progetto — interamente a costo zero per il Comune — porta sul territorio oltre un milione e mezzo di euro ogni tre anni, e rafforza il sistema locale dei servizi. Rinunciando ad esso l’Amministrazione Comunale si troverà comunque a dover sostenere con mezzi propri l’assistenza di singoli e famiglie migranti che si trovano sul territorio, senza contare poi che la sua sospensione, alla vigilia dell’apertura del carcere minorile, rischia di lasciare un vuoto incolmabile proprio nei presidi di mediazione sociale e culturale.

Quali rappresentanti di diverse realtà ecclesiali e di impegno socio-culturale del mondo cattolico, esprimiamo una netta e motivata contrarietà alla decisione della Giunta Cittadin. L’accoglienza non è un’opzione ma un dovere civile. Papa Francesco ha ribadito con forza che “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” i migranti è una responsabilità morale che interpella la coscienza di ogni comunità (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 2018). Anche Papa Leone XIV, nel suo messaggio per la 111a Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2025, ci ricorda che “migranti e rifugiati sono riconosciuti come fratelli e sorelle, parte di una famiglia in cui possono esprimere i loro talenti e partecipare pienamente alla vita comunitaria”

La scelta di rinunciare a un progetto come il SAI, che incarna concretamente questi valori e promuove un’integrazione reale e partecipata, appare inaccettabile. Non si tratta solo di un gesto di solidarietà — che già di per sé qualifica una società — ma di una forma di buona amministrazione, di custodia del bene comune e di costruzione della pace sociale. Per questo invitiamo l’Amministrazione a riconsiderare la propria decisione, mettendo al centro una visione alta della politica, intesa come servizio alla comunità tutta, a partire dai più fragili.

Fiorenzo Scaranello – Azione Cattolica

Livio Ferrari – Centro Francescano di ascolto O.D.V. di Rovigo

Roberta Cusin – ACLI Rovigo

Fondazione Famiglia Missionarie Della Redenzione

Maria Papadia – Movimento per la Vita

Carla Vallin e Mario Chieregato – Movimento dei Focolari

Andrea Borgato – Gruppo “V. Bachelet”

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