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CGIL: Crisi territoriali e sviluppo del territorio, una vera emergenza

Geodis, Coop presso Centro Commerciale “Le Torri” di Rovigo, Cultiva di Taglio di Po, Calzedonia, Iras. Nello spazio di pochi mesi solo questi esempi dovrebbero fa suonare un ulteriore campanello d’allarme per il futuro del nostro Territorio, tenuto anche conto che stiamo parlando complessivamente di oltre duecento posti di lavoro a rischio.

Sono vicende che hanno un comune denominatore costituito da un perdita di posti di lavoro, ulteriore arretramento nei servizi pubblici universali per la comunità e ulteriori “vuoti” che si creano in città ed in alcune zone della Provincia.

In ognuna di queste vicende le Organizzazioni Sindacali Confederali, insieme ai lavoratori con la loro mobilitazione, stanno facendo con impegno la propria parte cercando soluzioni di ricollocazione (in qualche caso avvenute) per chi perde il posto di lavoro e l’avvio di tutti gli  ammortizzatori sociali possibili, a tutela del reddito delle persone e loro famiglie.

Continuano ad essere “crisi” che esplodono e su cui si finisce per intervenire però a valle del problema – magari con grande risonanza mediatica ed interesse di Istituzioni locali e politica – ma dopo qualche settimana tutto finisce per tornare ad una sorta di grave rassegnata normalità, salvo per chi continua a lottare per salvaguardare la propria condizione.

E’ questo il campanello d’allarme vero che sembra non venir colto fino in fondo dagli “attori” della nostra Provincia. In tal modo si continua inevitabilmente ad alimentare una narrazione del nostro Territorio (con pure qualche luogo comune) come debole, arretrato e marginale rispetto alle importanti dinamiche economiche presenti in altre zone della nostra Regione.

Alcuni dati certo non aiutano:

siamo ancora la Provincia del Veneto con la percentuale di disoccupazione più alta, con i dati recenti della Camera di Commercio che ci dicono che è in calo rispetto all’anno precedente il dato previsionale trimestrale sulle nuove assunzioni di cui peraltro circa l’80% con contratti precari ed in settori tradizionalmente con ampia presenza di cosiddetto lavoro “povero” come i servizi alla persona, servizi di alloggio-ristorazione e servizi turistici.

I redditi da lavoro e pensione rimangono i più bassi del resto del Veneto.

Siamo la Provincia con la percentuale più alta di over 65 (circa il 28%) in Veneto e la seconda in Italia sulla percentuale di persone sole over 65. Da quest’anno si è pure invertito il rapporto pensionati/lavoratori per cui oggi abbiamo per ogni 100 pensionati solo 98 lavoratori con tutti i correlati problemi in prospettiva di sopravvivenza del welfare pubblico.

Inoltre non sembra arrestarsi lo spopolamento del Polesine (248mila abitanti nel 2011, contro i 227.400 di fine 2022) e neppure l’insediamento di Amazon nel nostro Territorio, che pure numericamente ha portato molti posti di lavoro, sembra ad oggi aver chiaramente invertito la rotta in tal senso, riproponendo il tema della rilevanza della qualità del lavoro proposto in un Territorio per convincere le persone a radicarsi davvero nello stesso ed il tema di come e chi orienta lo sviluppo stesso.

Per tutte queste ragioni, non si può non cogliere in profondità gli ulteriori campanelli d’allarme di questi mesi, limitandosi a gestire, seppure con prontezza e professionalità, solo le crisi. Siamo la città del rugby e quindi potremmo mutuare come esempio  che se ti difendi e basta prima o poi prendi la meta e perdi la partita. E’ necessario un moto di orgoglio che ci faccia guardare più in alto.

Diversamente si continuerà ad alimentare  una spirale negativa di perdita di lavoro e di abitanti, che in tal modo fanno venir sempre meno le risorse a favore dei fondamentali servizi pubblici, già in difficoltà, fatto che a sua volta contribuisce a rendere ancor meno attrattivo il nostro Territorio.

Come da tempo proponiamo in ogni  sede come Cgil, insieme a Cisl e Uil, è urgente quindi che il nostro Territorio non giochi solo in difesa ma guardi ad una co-progettazione che coinvolga tutti gli attori e le intelligenze locali in grado, nel medio periodo, di programmare le linee di sviluppo e gli investimenti su cui agire. Analisi del mercato del lavoro e del nostro sistema d’istruzione e formazione per orientare gli stessi insediamenti produttivi di qualità – anche occupazionale – secondo le nostre vocazioni o filiere rendendo anche sotto questo aspetto attrattivo il Territorio per imprese e persone.

Priorità d’investimenti (se si ha progettualità le risorse non mancano) nelle infrastrutture necessarie materiali ed immateriali ma anche nei servizi necessari a rendere interessante per le persone radicarsi nella nostra Provincia: determinanti rimangono la questione abitativa, quella di un efficiente trasporto pubblico locale ma anche di servizi che concretamente favoriscano la genitorialità e consentano alle donne di accedere liberamente al mercato del lavoro, rappresentando un patrimonio di capacità e professionalità prezioso ed in grado di aiutare sensibilmente la crescita anche sociale ed economica della nostra comunità.

In una parola, un piano strategico di sviluppo territoriale sostenibile che sappia guardare ad un’area vasta.

Nella parte qualitativa della recente ricerca commissionata da Cgil Rovigo ad Ires ed Università di Padova è emersa con chiarezza tale necessità: un lavoro in sinergia tra quelli che giustamente sono stati definiti dalla ricerca non tanto stakeholders (portato d’interessi di parte) ma communityholders (portatori d’interessi della comunità), in una logica di responsabilità sociale che tenga tutti insieme, con regia pubblica, le parti sociali, le istituzioni, la politica locale e le stesse imprese.

Come abbiamo più volte proposto come Sindacato Confederale, se si vuole,  non mancano i “luoghi”: tavolo dell’economia e dello sviluppo della Provincia o Camera di Commercio o la stessa Università.

Questa è la prima emergenza nel nostro Territorio, altrimenti continueremo a rimanere impaludati dentro ad una spirale negativa senza prospettive di sviluppo. Almeno proviamoci, ma in fretta.

Pieralberto Colombo

Segretario Generale Cgil Rovigo

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