Notizie

CISL – “L’indipendenza dei giovani dev’essere una priorità”

«Si dice sempre che i giovani sono il futuro del Paese, ma questo Paese che futuro sta preparando ai suoi giovani? Nell’incertezza generale dovuta alle conseguenze della pandemia e della guerra, ad essere più demotivate appaiono proprio le nuove generazioni. Comprensibilmente. Un’indagine Demos di alcuni mesi fa ha confermato che la posizione sociale dei giovani sarà mediamente peggiore rispetto a quella dei loro genitori. Saranno loro a pagare le conseguenze più pesanti dei cambiamenti climatici – non a caso sono per fortuna anche i più sensibili ai temi ambientali – della forte insicurezza del modello produttivo e di un sistema pensionistico ormai al collasso.

In controtendenza rispetto al resto del Paese, dove il reddito medio dei contribuenti under 30 ha conosciuto addirittura una flessione dopo la pandemia, in Polesine la media è salita progressivamente, ma resta comunque bassa. I dati del Caf Cisl Padova Rovigo sui 730 dimostrano che i redditi medi degli under 30 polesani sono passati 10.925 euro del 2017 al 14.318 del 2020 (dichiarazioni 2021), passando dai 12.293 del 2018 e dai 13.819 del 2019. Un aumento che non consente comunque di fare grandi progetti per il futuro, di accendere un mutuo o pagare un affitto o di programmare la nascita di uno o due figli. Stanno un po’ meglio gli over 65, che comunque hanno visto il loro reddito pressoché stazionario dai 17.783 euro del 2017 ai 17.810 del 2020.

Non consolano i dati di una recente indagine della Fondazione Corazzin per la Cisl Veneto, che prende in esame i salari medi equivalenti (un calcolo teorico parametrato sui salari dei lavoratori a tempo pieno, quindi superiori alla media reale), che rivela disparità notevoli tra territori, fasce d’età e genere. Risulta che non solo il Veneto è penalizzato rispetto alla media nazionale, con 600 euro in meno, ma Rovigo è l’unica provincia veneta sotto i 30mila euro. A livello regionale, i dipendenti a tempo pieno tra i 60 e i 64 hanno incassato nel 2020 39.134 euro, quasi 10mila in più dei loro colleghi tra i 30 e i 34 anni, mentre il gap di genere di attesta sui 5mila euro. Il parametro è stato preso in esame per avere un confronto attendibile e lascia capire come le figure più fragili, con contratti discontinui, siano ulteriormente penalizzate.

Non c’è da stupirsi quindi se i giovani, soprattutto i più intraprendenti e talentuosi, cercano un futuro altrove, non soltanto all’estero, ma anche nelle regioni limitrofe. O se rimangono intrappolati in una indefinita gioventù, alla costante ricerca della propria indipendenza sempre più difficile da raggiungere, rimanendo in famiglia o dividendo l’appartamento con amici, come eterni studenti. Non c’è da stupirsi se il Polesine continua a perdere abitanti: quasi un migliaio solo nei primi cinque mesi dell’anno, secondo dati Istat. Un fenomeno che prosegue incessantemente dal 2013, quando contava 244.062 residenti, ridotti agli attuali 228.282. Per invertire questa tendenza dobbiamo rilanciare gli investimenti pubblici e privati per favorire l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, riprogrammare il sistema formativo, rendere l’apprendistato una vera opportunità per i ragazzi e per le aziende. Molto può essere fatto a livello locale, anche con i fondi del Pnrr. Ma va fatto subito, per costruire opportunità concrete che permettano veramente ai giovani di programmare il loro futuro».

Samuel Scavazzin

Segretario generale della Cisl Padova Rovigo

Condividi