Venerdì 15 settembre, in occasione della settimana europea della mobilità, per il quarto anno consecutivo FIAB Rovigo ha svolto una indagine sulla ripartizione modale degli spostamenti a Rovigo. L’indagine ha contato e analizzato il numero di passaggi di veicoli all’incrocio del Corso del Popolo con via Trento e via Laurenti: punto nodale della viabilità cittadina nonchè punto di incontro tra la due ZTL e il controverso Corso del Popolo. Novità dell’osservazione 2023 è stata anche la collaborazione con Urban Digital Center che ha rilevato anche le concentrazioni di polveri sottili nell’aria.
Un primo elemento emerge dal confronto tra tipologie di veicoli:
– veicoli a due ruote (motocicli, bici e monopattini), poco sopra il 36% del totale
– veicoli a quattro ruote, circa il 64%.
Il dato è in linea con quello degli scorsi anni, mostra un leggero calo delle quattro ruote ma nulla di particolarmente significativo.
Entrando nel dettaglio si evidenzia come l’automobile sia il mezzo di trasporto preferito, coprendo quasi il 60% degli spostamenti. L’uso della bici è significativo (un valido 34%) ma, tutto sommato, stabile a conferma di due cose:
– dove esistono limitazioni al traffico a motore si ha una buona presenza di biciclette;
– il mancato sviluppo della rete delle limitazioni al traffico veicolare (invariato da decenni) non fa aumentare il numero di biciclette.
Altro dato che risulta dall’osservazione è la trascurabile presenza di monopattini, evidenziando che il tema appare più che altro una neofobia.
La mappatura delle direzioni seguite dai ciclisti agli incroci dimostra che la prossimità di un percorso ciclabile (ciclabile per S. Pio X) è attrattiva per il traffico ciclistico oltre alla direttrice privilegiata Trento/Laurenti. Ciò a conferma della necessità di maggiori infrastrutture ciclabili o di moderazione del traffico a quattro ruote.
Spostando il focus sul traffico a quattro ruote e analizzando il numero di passeggeri trasportati, emerge in modo forte la sua inefficienza. Con una media di 1,4 passeggeri per veicolo perfettamente in linea con la tendenza italiana: molte auto, pochi passeggeri.
Basti pensare che per parcheggiare tutte le auto transitate in poco più di un’ora nel punto di osservazione FIAB, ovvero 834, ci sarebbe bisogno di circa 1,5 campi da calcio (senza possibilità di far manovra per sostarvi). Una quantità di spazio al di là della capacità di qualsiasi amministrazione.
Sono stati infine comparati i dati relativi alla concentrazione di Pm10 rilevati da due centraline appositamente allestite da Urban Digital Center sul Corso del Popolo con quelli registrati dalla centralina ARPAV nello stesso giorno (oggetto di contestazioni da bar in relazione alla sua posizione, considerata troppo vicino a zone trafficate): si sono mostrati perfettamente in linea, a dimostrazione che anche in zone più urbane il traffico genera smog.
Appare evidente però come la direttrice che ha presentato un traffico più intenso (da piazza Matteotti in direzione S. Bortolo) abbia registrato una maggiore concentrazione di Pm10.
Le conclusione da trarre, dati alla mano, sono che:
->se si vuole aumentare la presenza di biciclette in città è necessario aumentare il numero e la frequenza di infrastrutture ciclabili o di moderazione del traffico, in particolare dai quartieri al centro;
->non essendoci state particolari innovazioni nel settore delle infrastrutture a favore della mobilità lenta, il quadro complessivo cittadino è immutato da anni;
->più traffico = più smog;
->le auto girano praticamente vuote e inquinando; è necessario ridurre le auto in circolazione e spingere sul trasporto collettivo come alternativa così da ridurre anche la richiesta di sosta.
La proposta che FIAB prova a suggerire, riguardo al Corso del Popolo, va verso la realizzazione di un senso unico, conservando solamente uno dei due sensi di marcia e riservando l’altro al TPL ovviamente senza limitazioni alle biciclette.
L’indagine per modalità, metodo e tempistiche è del tutto analoga a quelle realizzate dallo studio che ha realizzato il piano del traffico. Viceversa il Biciplan non ha utilizzato di questi metodi di rilevazione.