“In questo periodo di rumori di guerra e violenza, la musica alta e bella, nutre e cura lo spirito. L’uomo è capace di frastuoni di guerra, ma è anche capace di produrre bellezza e pace”. Con queste parole di padre Stefano Doria, nuovo parroco incaricato per l’Unità pastorale di Loreo, ieri sera, 24 novembre, alla Chiesa dell’Assunta, si è aperto il primo concerto dell’edizione XX del Festival Antichi organi del Polesine. Il maestro Nicola Cittadin, direttore artistico, ha fatto i saluti ed i ringraziamenti di rito, per questo nuovo inizio di un percorso musicale esperienziale a nome di Asolo Musica, della Regione del Veneto, di Fondazione Rovigo cultura, del comune organizzatore Loreo e degli altri quattro comuni partner del festival, della Provincia di Rovigo che concede il patrocinio e, non ultime, della Diocesi di Chioggia e della Diocesi di Adria Rovigo, che condividono i valori di questa manifestazione musicale.
Un festival che si propone con grande rispetto dei luoghi sacri dove entra e degli strumenti musicali antichi e particolarmente preziosi della provincia. Preziosi per la storia delle comunità e per le sonorità potenti che entrano nella sfera emozionale dell’animo umano, ispirando sentimenti di pace, bellezza e vicinanza al divino.
Protagonista del concerto d’apertura, l’organo costruito dal veneto Gaetano Callido nel 1787, numero 239, che si trova nella cantoria della chiesa di Santa Maria assunta, a sua volta edificio prestigioso, celebre per la facciata barocca progettata dall’architetto veneziano Baldassare Longhena nel Seicento. Alla consolle il maestro concertista marchigiano Giovannimaria Perrucci: quasi un gemellaggio tra le Marche ed il Veneto, poiché Gaetano Callido costruì molti strumenti anche per le terre marchigiane e, lo stesso compositore Giovanni Morandi (1777-1856), che era organista nel Duomo di Senigallia, suonava e scriveva musica su uno strumento molto simile a quello di Loreo.
Lo stesso maestro Cittadin, ha introdotto il concerto con alcune spiegazioni storiche sullo strumento e sul luogo ed ha poi fatto il registrante “di lusso” all’organista. Perrucci, musicista d’esperienza e direttore artistico della rassegna d’organi più antica d’Italia a Fano, ha respirato quasi aria di casa ed ha suonato con molta perizia, utilizzando tutti i registri del Callido. complice un programma musicale di classici del Settecento, praticamente scritti apposta per questo tipo di strumento, il pubblico ha potuto godere dei suoni più gravi e autorevoli a pedale, contrabbasso, ottava e tromboni; e di quelli più acuti e melodici a tastiera, i registri principale e da concerto, che producono i tromboncini, i flauti, la cornetta soprani, la viola bassi.
Un viaggio nelle Sonate in do minore e in mi minore proprio di quel Giovanni Morandi, con la sua sacralità, alle Sonate in re minore del veneziano Baldassarre Galuppi (1706-1785) più operistiche; al bel Rondò in sol del toscano Giuseppe Gherardeschi (1759-1815) alle opere del grande Gioacchino Rossini (1792-1868), pesarese pure lui e contemporaneo di Morandi. Ovviamente Rossini era operista e non scriveva per organo, però ci pensò l’organista Carlo Fumagalli, nell’Ottocento, a fare gli adattamenti per l’organo delle composizioni Elevazione, Offertorio e Consumazione, tratte dall’opera “La donna del lago”.
Prossimo appuntamento:
venerdì 8 dicembre 2023, ore 17, chiesa di San Biagio a Lendinara
organo Domenico Malvestio del 1926
organista Giovanni Feltrin