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La chiusura di Coop in centro a Rovigo: necessaria una seria riflessione, secondo CGIL

L’annunciata chiusura del Supermercato della Coop c/o il Centro Commerciale “Le Torri” crediamo debba indurre ad una seria riflessione più generale.

Come sempre, le nostre Categorie di Cisl, Uil e Cgil sapranno gestire questo delicato momento con il massimo impegno, utilizzando tutti gli strumenti utili (fino alla mobilitazione se sarà necessario) a tutela dell’occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori.

Vedremo se davvero, come dichiarato, Coop cercherà un altro luogo a Rovigo dove riaprire (effettivamente quel centro commerciale era sempre più abbandonato a sé stesso), anche se non si comprende perché allora non si sia agito in senso contrario, se questa era l’intenzione reale: prima si poteva ricercare in anticipo – anche coinvolgendo l’Amministrazione comunale – un altro sito rodigino dove spostarsi e solo dopo averlo individuato si dichiarava la chiusura, anzi lo spostamento.

Rimane il fatto grave che si perde occupazione, in buona parte femminile, a Rovigo e si crea un nuovo vuoto urbano nel centro del Capoluogo, perdendo una importante realtà che serviva una percentuale elevata di popolazione (soprattutto anziana) che fatica a spostarsi fuori dal centro. Non dimentichiamo in tal senso il cronico problema di un non funzionale trasporto pubblico locale.

La riflessione più ampia parte da una considerazione. Ogni volta che un’Azienda della grande distribuzione organizzata decide la chiusura di uno o più siti commerciali, Rovigo ed il Polesine ne sono sempre coinvolti negativamente. Per rimanere solo agli ultimi tre o quattro anni, abbiamo vissuto la chiusura di un altro supermercato Coop (seppure molto più piccolo) a Costa di Rovigo, impoverendo in termini di servizi anche quella realtà locale; la chiusura del grande supermercato SMA del Gruppo Auchan nel centro commerciale “13” ed il rapido fallimento dell’azienda che aveva faticosamente rilevato tale Struttura; il rimpallarsi (fino alla chiusura di alcuni di essi) di vari negozi nel basso Polesine prima ad insegna  Billa, poi Conad, poi Coop. A questo potremmo anche aggiungere altre piccole realtà commerciali.

La grande distribuzione in particolare ha legami deboli e poco radicati con il Territorio in cui è insediata. Contano ancor più solo i “numeri” e se questi non tornano si toglie “la bandierina” da quella zona, vedendo semmai se e dove sia più conveniente ripiantarla.

E qui arriva il tema più generale. E’ evidente che in una Provincia nella quale da anni i dati dimostrano che il reddito medio pro-capite da lavoro e da pensione è ampiamente il più basso del Veneto e che perde progressivamente popolazione, i consumi e la domanda interna locale faticano a crescere, se non addirittura calano, anche al di là delle enormi ulteriori difficoltà create dal rincaro dei costi energetici e dall’aumento incontrollato dell’inflazione, carrello della spesa compreso. Ciò rischia pertanto di creare oggettivamente una spirale negativa: pochi consumi, attività commerciali che quindi se ne vanno, ulteriore impoverimento delle persone e dei servizi nel nostro Territorio che finisce per renderlo ancora meno attrattivo e avanti così. L’ennesima dimostrazione, si potrebbe dire.

Ecco perché diventa indispensabile, come chiediamo da tempo, creare le condizioni concrete per uno sviluppo di qualità del nostro Territorio, anche dal punto di vista dell’occupazione e dei servizi (lavorando insieme Istituzioni, politica locale e parti sociali,  anche per recuperare quei vuoti urbani attraverso una co-progettazione). Così possiamo cercare di fermare la spirale negativa, invece di dover gestire solo a valle le “crisi” quando ci piombano addosso.

Per queste ragioni, come Cgil Cisl e Uil polesane, chiedono da tempo di trovare un luogo di coordinamento, discussione e ideazione comune, che ci aiuti a passare dalla teoria alla pratica. Avevamo ipotizzato, avanzando una richiesta formale in estate dell’anno scorso che aveva trovato vari consensi, anche di rendere operativo il già esistente “tavolo dell’economia e dello sviluppo” ma ad oggi tutto tace.

Pieralberto Colombo – Segretario Gen. CGIL Rovigo

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