La mancanza di programmazione e di investimento sul personale sanitario di questi anni sta determinando un contraccolpo che, oltre alla sanità pubblica e al socio sanitario e quest’ultimo chiaramente in ginocchio, sta colpendo in profondità anche la sanità privata.
Un settore penalizzato dai mancati rinnovi contrattuali del passato con una grande perdita del potere di acquisto dei salari e che, anche nell’ultimo rinnovo, ha visto una posizione della parte datoriale chiusa oltre misura nel riconoscere, anche economicamente, il valore del lavoro.
Ora, la scarsità di professionisti e la continua fuga verso la sanità pubblica, sta mettendo a serio rischio la capacità stessa di erogare servizi.
Nella sanità pubblica, seppur in presenza di tutte le difficoltà nella trattativa con il Governo e con le rappresentanze di settore, il contratto sottoscritto rappresenta un altro tassello per sanare, almeno in parte, il mancato riconoscimento avvenuto nel passato.
E’ chiaro che, se anche la sanità privata non decide una strategia industriale che ponga al centro la valorizzazione economica e professionale, il futuro per queste strutture e i servizi che erogano sono fortemente a rischio.
Questi i temi ci vedono a confronto anche con le strutture del nostro territorio che rappresentano più di 500 posti di lavoro e un pezzo importante della risposta sanitaria alla cittadinanza del Polesine.
Anche nella giornata di ieri presso la Casa di Cura di Rovigo, a fronte di una presentazione riorganizzativa del ruolo dell’infermiere nell’area riabilitativa, abbiamo rappresentato la necessità di una continuità nell’assistenza e nella riabilitazione, soprattutto per pazienti che necessitano di cure e riabilitazione
a lungo termine, tema centrale per tutte le strutture sanitarie.
Ma se il turnover di personale ha raggiunto livelli anche di pochi mesi e una semplice malattia può mettere in difficoltà la stessa erogazione del servizio, bisogna cominciare un percorso di fideizzazione partendo dalla contrattazione collettiva nazionale, come nel settore pubblico, ma da subito anche nel confronto aziendale che, oltre a mettere al centro la valorizzazione economica, agisca anche sul benessere aziendale e sulla crescita professionale nelle singole strutture e questa ultima parte la possiamo fare già da ora come da tempo chiediamo.
Diversamente le strutture del nostro territorio non avranno grande futuro, anche in presenza di importanti investimenti strutturali come avvenuto su Rovigo e ora a Porto Viro.
Questo tema è stato ieri al centro, ancora una volta, del confronto con la parte datoriale della Casa di Cura di Rovigo e di Porto Viro dalla quale ora aspettiamo risposte concrete.
Davide Benazzo CGIL FP