Il focus di venerdì scorso 20 maggio, sull’istruzione di qualità con l’appuntamento intitolato “Due anni di scuola e Covid. Visioni e lezioni per il futuro”, ha chiuso il ciclo di seminari realizzati allo Urban Digital Center – Innovatio Lab, per il percorso di animazione territoriale nell’ambito dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU 2030. Iniziativa promossa in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia. I lavori sono stati introdotti da Alberto Bonora, ricercatore Iuav, che ha poi lasciato la parola per i saluti, al vicesindaco e assessore all’Istruzione e Cultura Roberto Tovo che ha parlato di “biennio che con le sue difficoltà logistiche e tecniche ha ridefinito il contorno del “possibile’ aprendo a nuove prospettive, viste le rinnovate esigenze. È cambiato anche il rapporto docente-studente, ora è impensabile tornare al regime pre-Covid”. I relatori che sono saliti in cattedra, tutti dirigenti scolatici, hanno concordato su un punto: pur nella difficoltà iniziale, grazie anche all’innovazione digitale, la scuola italiana ha vinto alla distanza la difficile sfida contro la pandemia.
Fabio Cusin, dirigente dell’IC3 Rovigo: “In poche settimane i docenti hanno acquisito quello che anni di corsi teorici non avevano insegnato. Oggi registrare una lezione, postarla su YouTube, poterne fruire on demand sono cose del tutto normali ma solo due anni fa, e sembra di parlare di un’altra epoca, non era così. Non possiamo che essere tutti soddisfatti del percorso fatto. La nostra scuola media, che fa lezioni di musica, durante il lockdown è riuscita a individuare la piattaforma adatta per registrare separatamente le performance dei ragazzi unendo poi le tracce con un ottimo risultato finale. Anche al CPIA, dove fin dal 2014 era attiva la FAD (formazione a distanza, ndr), e grazie al sostegno di Fondazione Cariparo, ci si è dotata di una lavagna luminosa che nulla ha a che invidiare all’Università di Padova”.
Lorenza Fogagnolo, dirigente IPSEOA “Cipriani” di Adria: “Per i nostri ragazzi internet è stato fondamentale, anche perché all’Alberghiero la maggior parte delle attività prevedono laboratori pratici. In un contesto drammatico si è fatto un gran lavoro, dotando gli studenti di device in comodato d’uso, e ‘portando la scuola a casa’ coi nostri allievi che hanno trasformato le loro cucine e sale da pranzo in aule didattiche. Siamo anche andati oltre: con i ragazzi disabili, che hanno sempre potuto frequentare in presenza, abbiamo recuperato gli spazi esterni lanciando l’iniziativa del Labor-orto, un orto didattico e solidale, in cui promuovere i valori di sostenibilità e benessere sociale, cui han fatto seguito le aule all’aperto”.
Anna Maria Pastorelli, dirigente liceo Celio-Roccati di Rovigo: “Rivista a posteriori, è stata un’esperienza ricca, non eravamo pronti ma c’è stata molta collaborazione e coesione, anche con gli studenti che in alcuni casi hanno proposto a noi docenti modalità didattiche nuove. Fondamentale è stato mantenere il contatto e il rapporto, se si fosse interrotto il filo avremmo perso parte dei ragazzi e così non è stato. La scuola ha sperimentato l’agorà esterna sul modello greco, divenuto non solo luogo di lezione ma anche di dibattito e confronto extra scolastico e spazio per manifestazioni. È cambiato il modo di insegnare ma anche la prospettiva generale e pure il modo di utilizzo gli spazi. Il digitale si è rivelato fondamentale per altre attività extracurricolari come lo sportello didattico, le assemblee di istituto a distanza e i salotti tematici, momenti di approfondimento pomeridiano. Oggi abbiamo persino un canale YouTube aggiornato tutto nostro”.
Dai tre, infine, anche un richiamo alla necessità di recuperare il valore della socialità, smarrito nell’ultimo biennio, e di regolamentare l’utilizzo degli strumenti digitali, che non deve mai mettere in secondo piano la qualità dell’insegnamento, valore primo e fondante dell’istituzione-scuola.