Un pubblico numeroso e attento ha seguito ieri sera nella sala Quadri nel Comune di Villadose il convegno organizzato dalla Cisl Padova Rovigo con la locale sezione dell’Anpi dedicato ai cattolici nelle Resistenze europee.
Ospite d’onore il professor Giorgio Vecchio, già professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Parma e presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Alcide Cervi, che ha dedicato gli ultimi 25 anni allo studio di questo aspetto della storia contemporanea ancora poco conosciuto anche dagli addetti ai lavori, raccogliendo gran parte di queste ricerche nel libro “Il soffio dello spirito“.
«E’ il primo tentativo di storia comparata sulla dimensione europea della Resistenza – ha detto – Se vogliamo davvero costruire l’Europa dobbiamo sviluppare una conoscenza comune. Ho cercato di dare conto della complessità e della eterogeneità della Resistenza, che non è mai stata univoca. Un’eterogeneità che si gioca anche sul terreno delle motivazioni. Ho dato uno spazio consistente alle donne, che non hanno semplicemente “dato un contributo”, ma hanno partecipato a tutto tondo».
La serata è stata aperta dal saluto del sindaco di Villadose Pier Paolo Barison e del presidente della sezione Anpi di Villadose Francesco Stocco, che hanno sottolineato quanto la Resistenza abbia segnato la storia locale e veneta. Il tema è stato introdotto da Elena Paolizzi, sempre della sezione Anpi di Villadose.
Il professor Vecchio ha dialogato con il segretario generale della Cisl Padova Rovigo Samuel Scavazzin. «Abbiamo voluto approfondire un periodo storico molto complesso – ha sottolineato il segretario – mettendone in luce aspetti ancora poco conosciuti, nella convinzione che un cittadino più cosciente della propria storia e dei valori che l’hanno determinata sia anche più consapevole nella difesa dei propri diritti. Il professore è un addetto ai lavori, ma non scrive per addetti ai lavori. Ho trovato particolarmente interessante il suo punto di vista quando si parla di violenza, che apre una riflessione importante anche sui movimenti pacifisti e sulla posizione nei confronti della guerra dei cattolici europei».
«L’immagine più comune del partigiano – ha osservato Vecchio – è stata per anni quella di un uomo col fazzoletto rosso al collo, il mitra in mano, maschio. Poi si è presa coscienza della complessità della Resistenza ed è emersa la figura del partigiano pacifista. Dobbiamo tenere insieme le due immagini». Il professore si è quindi soffermato sulle numerose figure di donne che con il loro coraggio hanno segnato la storia della Resistenza e in particolare su Ida D’Este, partigiana cattolica arrestata a Padova e deportata nel campo di concentramento di Bolzano e poi parlamentare Dc impegnata nella difesa dei diritti delle donne.
Al vivace dibattito ha partecipato anche Floriana Rizzetto, presidente dell’Anpi di Padova. Altrettanto vivaci e puntuali le repliche del professor Vecchio. «E’ stato un momento importante per aprire menti e coscienze e comprendere cos’è veramente stata la Resistenza», ha concluso Scavazzin.