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CGIL, CISL e UIL replicano sulla situazione all’IRAS

Veniamo a conoscenza di una Lettera Aperta inviata alla stampa a firma del Dottor Avanzi che ci impone una replica a chiarimento.

Condividiamo in pieno quello che scrive il Direttore, ma solo per la parte in cui si invitano gli Ospiti e i Famigliare ad aver fiducia nei Lavoratori dell’IRAS e nella qualità del servizio che erogano, qualità che non è venuta meno nemmeno in questi drammatici due anni.

Siamo un po amareggiati che però si voglia quasi stigmatizzare la protesta dei Lavoratori con un tentativo di raccontarla come un danno per l’Ente, quando i danni all’IRAS non li hanno certo fatti i Lavoratori.

Se di colpe si parla eventualmente le si vada a cercare in chi lo ha gestito e ha fatto le scelte politiche e tecnico/strategiche.

In merito al numero di Ospiti all’IRAS nel 2019 erano mediamente 303, nel 2020 erano 292 e nel 2021 erano 283… forse allora il problema non è la protesta, ma le scelte fatte nel territorio e le condizioni socio economiche che sta vivendo il nostro territorio, e, forse, non bastano gli appelli, ma servono scelte strutturali e di largo respiro che rimettano al centro il sistema delle RSA.

Ci fa piacere che il Direttore si esprima nel senso di una prospettiva di “raggiungimento di un obiettivo” teso al risanamento Dell Ente. Noi rispondiamo che, se il Dott Avanzi e il Commissario, stanno elaborando e/o condividendo questo tipo di percorso hanno l’occasione ora di essere più chiari nei contenuti e nelle scelte.

Di fatto oggi rimaniamo costernati nel percepire questa grande tranquillità nel Direttore quando alla Sua presenza, senza che lo stesso proferisse parola, il Commissario ci ha annunciato, settimane fa, l’intenzione di chiederne la liquidazione.

In fine, se tutto va bene, perché non decide di fare un concorso per stabilizzare i tanti precari e non avvia la contrattazione sul salario accessorio fermo da 7 anni? I Lavoratori dopo sei anni chiedono risposte e soluzioni concrete… basta parole.

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