Non è certo compito del Sindacato entrare nel merito delle legittime questioni politiche riguardanti la vicenda della recente chiusura della piscina comunale di Rovigo anche per evidenti ragioni legate alla salute e sicurezza di utenti e lavoratori.
C’è però un importante aspetto di tale vicenda che va sottolineato, ancor più in questa fase: la condizione e la sorte delle lavoratrici e dei lavoratori occupati, con varie forme contrattuali, presso la piscina, se davvero si vogliono tenere in considerazione, non solo a parole, lavoratrici e lavoratori oltre giustamente agli utenti della piscina stessa.
Ricordiamo che erano lì occupati, secondo le nostre informazioni, 18 persone con contratto di lavoro dipendente, circa sessanta persone con contratto di collaborazione sportiva più alcune persone che lavoravano per la Ditta che si occupava delle pulizie. Numeri quindi consistenti per la nostra comunità (anche con professionalità medio-alte), complicati dalla diversa condizione contrattuale di tali lavoratori, una parte dei quali si è a noi rivolta nelle scorse settimane. La maggior parte di essi infatti, con contratto di collaborazione sportiva, in virtù delle norme oggi in vigore in Italia, non può godere di alcun ammortizzatore sociale, pur essendo per molti di loro l’unica attività lavorativa su cui contare. Per tali motivi da anni come Sindacato chiediamo con forza, inascoltati nonostante le promesse, che gli ammortizzatori sociali, in casi di crisi, possano riguardare tutti i lavoratori in egual maniera, indipendentemente dal tipo di contratto con cui lavorano o sono costretti a lavorare.
Da qui l’appello urgente che ci sentiamo di lanciare come CGIL: nel decidere, compito certamente di chi siede in Consiglio Comunale, modalità tecniche e tempi correlati per avvio dei lavori e per il bando di gestione si consideri prioritariamente la necessità di fare presto proprio per risolvere nel minor tempo possibile la condizione di forte disagio, oltre degli utenti, soprattutto delle persone che lavoravano in tale sito. Nel frattempo, per tentare di garantire loro una prospettiva, come Cgil abbiamo chiesto ed ottenuto immediata disponibilità da parte dell’Assessore competente, dentro le regole attuali e le previsioni del codice degli appalti e dei CCNL di settore recentemente rinnovati, di valutare concretamente la possibilità di estendere a tutti la cosiddetta “clausola sociale”, a garanzia della continuità occupazionale e di giusto reddito di questi lavoratori: anche a chi perciò ha operato con documentabili contratti di collaborazione sportiva (di lavoro pertanto non subordinato) e non solo con rapporto di lavoro dipendente. Un aspetto importante ed inclusivo; adesso ognuno faccia responsabilmente la propria parte.
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Pieralberto Colombo
Segretario Generale CGIL Rovigo