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Masin interroga anche sull’insediamento di aziende “inquinanti”

Con una seconda interrogazione, sempre a Valeria Cittadin, Sindaco di Rovigo, collegata alla precedente sui temi delle normative europee sull’inquinamento dell’aria, il consigliere comunale Matteo Masin entra nel merito delle procedure di insediamento di alcune imprese nella zona industriale di Rovigo, ed in particolare della zona Interporto, che risulta del resto oggi di particolare interesse stretegico per la logistica, con l’approvazione della ZLS. Di seguito il testo della seconda interrogazione

Ascoltando le risposte date in aula e rileggendo le stesse, come riportate dalla stampa locale, mi sono convinto che, la Sindaco, l’articolo 23 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Particolareggiato dell’Interporto di Rovigo, o non l’ha letto, o, quantomeno, non l’ha ben compreso. Non può che essere così, se veramente riconfermasse la “garanzia dei Vincoli di Legge che vi sia la piena salubrità delle aziende che si insediano”.

Infatti, l’attuale formulazione dell’Art. 23 ricorda, in premessa, quali siano le sole, uniche, attività cui è precluso l’insediamento in area Interportuale, cioè quelle rientranti nella Prima Classe delle Attività Insalubri, previste dall’Art. 216 del Regio Decreto 1265/1934 Testo Unico delle Leggi Sanitarie, tutt’ora vigente, che recita: “la Prima Classe comprende quelle che devono essere isolate nelle
campagne e tenute lontane dalle abitazioni” e continua, più avanti: “Una industria o manifattura la quale sia inserita nella prima classe, può essere permessa nell’abitato, quante volte l’industriale che l’esercita provi che, per l’introduzione di nuovi metodi o speciali cautele, il suo esercizio non reca nocumento alla salute del vicinato”.

Ed è esattamente quanto prevede l’articolo 23 quando deroga al divieto di insediamento di Attività Insalubri di Prima Classe ” a meno che il gestore non metta in atto adeguati e concreti interventi per evitare ogni ulteriore aggravio della salubrità e della qualità dell’ambiente circostante”.

Ed è quello che hanno fatto, ad esempio, la Rigenera Plast (che si è trasferita in area Interportiale, sostituendo tutti i macchinari con altri nuovi e meno inquinanti), o Solmec (che ha rivisto la parte del progetto riguardante la verniciatura).

La Belelli, in area Interportuale, non essendo classificata come Insalubre di Prima Classe, si era spostata tranquillamente. Ed è quello che, invece, non ha fatto E-Factory, che era riuscita a trovare ragione, al Consiglio di Stato che aveva, però, subordinato l’inizio dell’attività alla realizzazione di quella rete di teleriscaldamento che l’azienda proponente aveva assicurato nel progetto di voler costruire, ma che non ha inteso realizzare.

Tutto ciò premesso, si chiede di sapere se le ditte:
– E-Factory
– Iniziative industriali
– Trentin Ghiaia
siano tutt’ora in piena disponibilità delle aree per cui avevano chiesto la realizzazione, rispettivamente, di 
– Centrale ad olio di colza,
– Macinazione Klinker
– Bitumificio
tutte attività rientranti tra quelle insalubri di Prima Classe, così come individuate dall’Art. 216 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie Regio Decreto 1265/1934

Capogruppo Forum dei Cittadini
Matteo Masin

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