Secondo la tradizione Martino, figlio di un veterano dell’esercito romano, durante una ronda notturna fu protagonista di un episodio che gli cambiò la vita (e che ancora oggi è quello più ricordato e più usato dall’iconografia): nel rigido inverno del 335 egli incontrò un mendicante seminudo. Vedendolo sofferente, tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante.
Nei giorni nostri l’11 novembre, San Martino, è anche una data importante perché normalmente coincide con una situazione meteorologica favorevole (ma in questo anno di cambiamenti climatici forse non ce ne siamo accorti); inoltre, come dice il detto polesano, sono ormai mature le castagne ed il vino novello, da cui appunto “a San Martin, castagne e vin”.
Per festeggiare la giornata abbiamo ricevuto una poesia di Nuccia Venuto, dedicata appunto a San Martino, che di seguito pubblichiamo.
Foglie intinte d’autunno
Svolazzate lievi, spaesate
nell’incantesimo di nebbie rosate
nel vento dolciastro d’autunno
che tremula rami in ispoglio.
Foglie, bellissime, fragili foglie,
foglie che scrivono autunno,
intinte d’ocra, porpora, arancio, vermiglio.
Dolcissime foglie immolate dal tempo
che spinge a cullare radici assonnate
a dissetarle di fede nel nuovo germoglio.
Foglie intinte d’autunno,
bellissime, fragili foglie,
luccichii evanescenti nell’ultimo sole,
marcescenze succose e pastose
sotto passi lenti e gommosi
che già echeggiano
prossimo inverno.
Foglie che andate morendo
per ritrovare nel ramo che attende
futuro germoglio.
Nuccia Venuto – Novembre 2021