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Stienta: 77° anniversario del grande rastrellamento nazi-fascista

Si sono concluse stamattina, prima nel Municipio di Stienta e poi con la deposizione della corona al monumento ai caduti, le celebrazioni per il 77° anniversario del grande rastrellamento di Stienta, avvenuto il 26 ottobre 1944, a soli pochi giorni dall’eccidio di Villamarzana

Fu poi seguito, il 30 dicembre dello stesso anno, da un secondo rastrellamento, nel corso del quale venne ferito Emilio Bonatti e catturato Antonio Bonatti, poi barbaramente trucidato a seguito di orribili torture all’interno del Teatro Sociale di Rovigo, che non riuscirono a piegarne la resistenza.

Il professor Marco Chinaglia, a nome dell’Istituto Polesano per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea, ha tenuto l’orazione ufficiale, dopo i saluti di Vincenzino Paiato per ANPI e del Sindaco Enrico Ferrarese.

A seguito di quei fatti tragici circa 250 persone vennero arrestate ed avviate ai campi di concentramento in Germania, a cui arrivarono solo in parte grazie ad un bombardamento sulla stazione di Verona che permise a molti di sbandarsi ed evitare di finire nei lager.

Chinaglia ha ricordato il ruolo di Stienta nella Resistenza al fascismo, dei suoi partigiani combattenti e caduti, dei patrioti che li aiutarono e dello stesso parroco, don Tarcisio Cappato, che sostenne il movimento antifascista.

Non sono mancati riferimenti al presente, ai rigurgiti di movimenti di stampo fascista ed alla necessità di mantenere al centro dell’azione democratica i principi della Costituzione repubblicana, che mettono al bando il fascismo e ne vietano per legge la ricostituzione, richiamando la necessità di ognuno di parteggiare per la democrazia e di non essere indifferente rispetto al fascismo, oltre che la contrarietà alla violenza, nel mantenere viva la memoria della Lotta di Liberazione.

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