Uno degli appuntamenti più interessanti della settimana dei diritti umani, che si terrà a Rovigo dal 17 al 23 luglio, è sicuramente lo spettacolo Il Maghreb in contra i Balcani, che vedrà sul palco di Piazza Matteotti il gruppo di musicisti Romarabeat e Moni Ovadia. L’appuntamento, che è inserito nel programma generale della manifestazione presentato alla stampa il 22 giugno, si terrà martedì 18 luglio alle ore 21,30.
L’iniziativa è promossa da ARCI Rovigo, Circolo culturale ARCI 2 giugno 1946 e Centro di Documentazione Polesano, nell’ambito del progetto ABC – Armonia, Benessere e Condivisione, co-finanziato dalla Regione del Veneto con risorse del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Di seguito una scheda dello spettacolo
Il Maghreb in contra i Balcani
La civiltà araba, diffusa in tutto il Mediterraneo, ha costellato il mondo
occidentale di tesori di architettura, letteratura, pittura e musica. Le sue
melodie e i suoi strumenti hanno profondamente influenzato la storia e la
sensibilità musicale dell’Occidente, da Istanbul ai Balcani, dai regni del
Maghreb alla Sicilia, fino in Andalusia.
Accanto ai musicisti arabi che componevano e diffondevano questo
repertorio troviamo altri eccellenti Interpreti di questa ricchissima
tradizione: i Rom. Gli artisti provenienti dal nord Africa in Andalusia e
quelli che si spostavano dalla Turchia nei Balcani si avvalevano della
collaborazione di strumentisti locali che spesso erano gitanos (in
Spagna) e tsigani (in Romania, Bulgaria e Grecia).
Due culture che nel corso dei secoli hanno condiviso un mondo di suoni,
di ritmi e di danze si rincontrano nella Roma di oggi e, senza sapere
perché, si riconoscono.
Paolo Rocca clarinetti
Ziad Trabelsi voce e oud
Primiano Di Biase tastiere
Albert Mihai fisarmonica
Simone Talone percussioni
Traghettatore d’eccellenza di questo composito equipaggio è Moni
Ovadia che ci guiderà con racconti e letture attraverso il mare magnum
dell’umanità più vera.
“Gli innumerevoli linguaggi della musica hanno sperimentato forme e stili
con libertà, genialità e originalità. Nel nostro tempo più recente gli
orizzonti espressivi, timbrici e ritmici di diverse culture si sono incontrati
per dare vita a esperienze di meticciato culturale che hanno avuto esiti
stupefacenti. Romarabeat si colloca all’interno di questo contesto e
mette in relazione strutture della musica araba con quelle della musica
romanì. Il connubio fa germinare musicalità emozionanti commoventi e
sorprendenti da cui escono iridescenze inedite per sonorità ed energie”.
Moni Ovadia