Arrivata in città da Kabul la prima donna afghana accolta da Arcisolidarietà
E’ arrivata a Rovigo da alcune settimane con i corridoi umanitari dell’Arci: Noor, 26 anni, una laurea in Scienze politiche, qui sogna un master e una carriera.
Un sogno proibito nel paese da cui è fuggita: l’Afghanistan dei talebani.
“Call for Afghanistan” è l’iniziativa lanciata dall’Arci nell’autunno scorso per portare in salvo nel nostro paese almeno una cinquantina di donne, attivisti per i diritti umani e giornalisti, messi in pericolo dal ritorno dei talebani al potere.
E alla “call” ha voluto aderire anche Arcisolidarietà, associazione di Rovigo che da oltre vent’anni offre accoglienza e una prospettiva per il futuro a chi è senza casa, sia italiani che stranieri. “Abbiamo messo a disposizione uno spazio all’asilo notturno “Arcobaleno” di via Crocco – spiega la presidente, Donata Tamburin – Inoltre una famiglia di nostri attivisti ha messo a disposizione una stanza nella propria casa per un’ulteriore accoglienza”.
Noor è la prima donna ad arrivare con questo progetto nel capoluogo polesano, direttamente da Rovigo. Accolta in città il 15 marzo, da iniziato a frequentare la scuola di italiano per donne “Vivere in Italia”, curata dalla Caritas diocesana di Adria-Rovigo. Il prossimo passo sarà la richiesta d’asilo, cui seguirà la ripresa degli studi e il tentativo di vedere riconosciuto il diploma di laurea.
Presentandosi, mescola ancora le frasi apprese in queste settimane di italiano con l’inglese imparato in madrepatria: “In Italia sono felice, because I’m free”. “Perché sono libera”: libertà ormai impossibile nella capitale afghana, sotto il regime talebano. “Lavoravo in un ufficio statale, ma con i talebani la vita è diventata più difficile – racconta – A me e alle mie colleghe hanno consentito di lavorare, ma indossando il velo. E nonostante questo continuavano a trattarci male ogni giorno”.
Per la famiglia rimasta nel paese le cose sono andate anche peggio: “Mio padre e mio fratello non lavorano, mia sorella non può frequentare l’università ed è difficile che riescano a lasciare il paese”. Fino all’arrivo dei talebani al potere, nonostante le mille difficoltà del paese, i giovani come Noor potevano non solo studiare e lavorare, ma anche uscire e divertirsi. Una libertà ormai lontana. Noor tornerebbe nel suo paese? “Finché ci saranno i talebani, no”.