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Uno-due micidiale per il Comune di Rovigo

I tentativi del Comune di Rovigo, socio di maggioranza di Ecoambiente, di bloccare i progetti di sviluppo impiantistico della società pubblica di gestione dei rifiuti si sono rivelati tutti dei boomerang.

Dopo che l’assemblea del Consiglio di bacino, organo di controllo partecipato da tutti i Comuni, della scorsa settimana era andata deserta, il Presidente Tiziano Menon, espressione diretta della Sindaca Cittadin, aveva riconvocato in gran fretta una nuova riunione: anche questa, tenutasi giovedì 16, è andata deserta, con un numero di partecipanti ancora inferiore.

Non paga, la Sindaca Cittadin ha convocato anche l’assemblea di controllo analogo della società di gestione del ciclo dei rifiuti, espressione dei 50 Sindaci soci di Ecoambiente, ma l’esito è stato identico: in questo caso addirittura il Comune di Rovigo si è trovato in assoluta solitudine. Esito quindi scontato, con impossibilità di procedere.

Il Consiglio di Amministrazione della società aveva adottato a maggioranza la decisione di procedere con l’affidamento dell’appalto per la costruzione del nuovo impianto di produzione di biometano, ma aveva voluto attendere l’esito delle due assemblee, che hanno avuto l’esito negativo per chi vorrebbe stoppare l’impianto.

Tutto lascia supporre che ora si potrà procedere, con l’obiettivo di rispettare le decisioni prese già dal 2020 e poi più volte riconfermate, per realizzare quanto previsto dal Piano Industriale di Ecoambiente, usufruendo dei cospicui fondi messi  disposizione dal PNRR.

A meno che non ci siano ulteriori tentativi di bloccarlo, stavolta però dovendo dichiarare a chiare lettere che l’obiettivo non è più semplicemente quello di impedire un investimento importante per garantire l’operatività aziendale, ma la stessa volontà di mettere in discussione la continuità dell’azienda pubblica che gestisce il ciclo integrale dei rifiuti.

Un’operazione non solo discutibile, ma che adombra pesanti sospetti.

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