L’aumento delle rette che il Consiglio di Amministrazione del Centro
Servizi Anziani (C.S.A.) di Adria ha recentemente deliberato, un
aumento inferiore al valore dell’ indice ISTAT, se da un lato
comporta un comprensibile sacrificio per le famiglie degli ospiti,
dall’altro è una scelta obbligata per continuare un percorso virtuoso
iniziato dal CdA e portato avanti nonostante il contesto economico
sfavorevole fin dal suo insediamento e l’avvento della pandemia.
Il carattere di eccezionalità della pandemia da Covid, infatti, non ha
fermato i lavori di messa in sicurezza richiesti dalle norme
antincendio, urgenti già nel 2009, ma più volte rinviati in passato.
I lavori hanno interessato le zone abitative degli ospiti, dovendo di
fatto sacrificare un nucleo, riducendo il numero degli ospiti da 200 a
170, per permettere l’ esecuzione dei lavori di messa in sicurezza
degli ambienti.
La qualità dei servizi erogati agli ospiti non è stata minimamente
diminuita ed è stata mantenuta costantemente, ne sono la prova gli
indici di gradimento 2023, da parte dei famigliari degli ospiti,
menzionati durante il Consiglio Comunale di ieri sera, inoltre sono
numerose le attestazioni ed i riscontri da parte dei familiari nel
ringraziare quanto fanno quotidianamente i lavoratori del CSA.
Il difficile contesto economico, che tutto il comparto delle Ipab sta
sostenendo, si traduce concretamente in un aumento dei costi di
gestione, cosa riscontrabile anche da imprese, enti pubblici e
famiglie.
L’aumento dell’Iva dal 5% al 22% sulla fornitura del gas, il rincaro
dei generi alimentari e, non ultimo, l’ adeguamento contrattuale del
costo del lavoro, sono solo alcune delle voci di spesa importanti che
richiedono ulteriori coperture finanziarie.
Se l’anno scorso la Regione Veneto ha sostenuto i Centri Servizi per
Anziani, con un intervento straordinario consistente, per quest’anno
il contributo è annunciato, per la parte della non autosufficienza,
per circa 20 milioni di euro; ad oggi, però, non si è ancora a
conoscenza della modalità di distribuzione del contributo alle Ipab.
Si prevede, ad ogni modo, un ristoro non sufficiente a coprire i costi
aggiuntivi sostenuti, come affermato dal Dr Volpe di Uripa, il quale
ha dimostrato che, a sostegno del comparto, sarebbe necessaria una
somma di 100 milioni di Euro.
Per giusta informazione, le rette richieste dal C.S.A di Adria
rientrano nella media degli importi stabiliti da altre strutture Ipab
similari della provincia di Rovigo, naturalmente a parità di servizi
erogati.
Le difficoltà delle Ipab sono note non solo agli addetti ai lavori, ma
anche alla politica regionale e nazionale, e tutti sanno che
l’aumento richiesto rientra assolutamente nella media degli aumenti
richiesti da tutti gli Istituti Veneti.
Il Direttivo di Impegno per il bene comune valuta, pertanto,
positivamente l’operato e le scelte fatte in questi anni dal CdA del
Centro Servizi Anziani di Adria e sottolinea l’impegno e la competenza
che tutti i componenti hanno profuso per il bene di questa Struttura
che, ribadiamo, è patrimonio comune, storico e affettivo, di tutta la
città.