Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviato da ANPI sul tema della sicurezza urbana.
Il paradigma è sempre lo stesso, da un secolo ad oggi. Innanzi tutto è fondamentale individuare un nemico che, secondo la vulgata comune, mette a rischio la sicurezza dei cittadini. Ieri erano i braccianti, i lavoratori, le leghe sindacali, oggi i migranti e le fantomatiche baby gang, meglio se costituite da giovani non italiani. Il secondo passaggio è raccogliere le legittime riflessioni di chi ha subito un episodio di violenza e amplificarne le ricadute fino a portare, un episodio sporadico, a realtà conclamata e collegata, ovviamente, al nemico di turno e a un dibattito che non ha, nei confronti dell’eventuale problema, nessuna ragione di esistere. Quindi le baby gang legate al progetto di accoglienza di ‘Porto Alegre’ nel convento dei frati Cappuccini. Terzo passaggio accusare le istituzioni di inerzia, in questo caso evidentemente Comune, Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Municipale, per arrogarsi il diritto di ‘pattugliare’ il territorio allo scopo di ‘monitorare la situazione dopo gli episodi di violenza accaduti in città’. Il quarto passaggio, che ha ottenuto grandi successi tra il 1919 e il 1924, prevede prima l’affiancamento, poi la sostituzione, delle forze istituzionalmente, democraticamente e costituzionalmente accreditate a svolgere il ruolo di conservazione e mantenimento della sicurezza. E il risultato di questi passaggi, un secolo fa, basta leggere qualche libro di storia, in commercio se ne trovano anche a fumetti se la comprensione del testo risulta difficile, non ha portato grandi fortune, prima ai disgraziati che hanno subito le violenze, poi più in generale al popolo italiano. C’è poi un altro problema, che si ripete oggi come allora. Questi passaggi avvengono quando chi governa è tutto sommato funzionale a questa idea di soluzione dei problemi e invece di affrontare il problema alla radice, cerca la strada più semplice, evidentemente foriera di problematiche assai più complicate da gestire. Forza Nuova, per voce del coordinatore veneto, Luca Leardini, afferma che “i militanti di Forza Nuova hanno pattugliato le strade del centro e i vicoli di Rovigo per monitorare la situazione dopo gli episodi di vandalismo da parte di giovani imbecilli. Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dei commercianti sia per gli episodi di presunte baby gang che per l’aumento di cittadini stranieri che frequentano piazze, panche e parchi, soprattutto alla luce dell’apertura di un centro di accoglienza presso all’ex convento dei frati cappuccini”. Quindi qualche passaggio è già avvenuto. Due passi autorizzati da chi? Erano formazioni organizzate? E se avessero incontrato qualche gruppo poco disponibile ad accettare le loro attenzioni, indipendentemente dalla natura delle loro intenzioni? Avrebbero chiesto i documenti? E a che titolo sarebbero eventualmente intervenuti? O avrebbero chiamato direttamente le forze dell’ordine? Troppe domande che non hanno ovviamente risposta. Anpi da anni pensa e chiede che tutti i gruppi che riconducono al fascismo debbano essere sciolti e che non abbiano diritto di cittadinanza all’interno di una Repubblica fondata sui valori della Costituzione, chiaramente e istituzionalmente antifascista, Anpi chiede da anni che le amministrazioni comunali si esprimano chiaramente rispetto all’utilizzo di spazi pubblici da parte di organizzazioni che identificano nel fascismo la propria ideologia di riferimento. Ma oggi, questo, non è ancora un problema risolto. Anpi chiede oggi al Comune di Rovigo di fermare immediatamente atteggiamenti di soggetti che si autonominano difensori della sicurezza in spregio alle forze dell’ordine istituzionalmente investite da questo compito. Chiediamo alle Istituzioni di applicare fedelmente la Costituzione Italiana, in particolare gli articoli 3 e 13 e la XII disposizione.