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Cultura: Lo sviluppo turistico del Delta in una tesi di laurea

Nell’ambito delle iniziative inserite in “Adria, città che legge”, si è svolto lunedì pomeriggio in sala consiliare un appuntamento culturale curato nelle varie fasi organizzative dal Prof. Antonio Giolo, responsabile della Biblioteca comunale “L. Groto”.

“E’ significativo che una studentessa di Milano abbia composto la sua Tesi di laurea magistrale in “Sviluppo interculturale dei Sistemi Turistici” presso l’Università Ca’ Foscari, sul Delta del Po. Già questo fatto ci fa capire che il Delta ha una dimensione nazionale e internazionale, anche se non tutti gli abitanti del Polesine non ne sono consapevoli”-esordisce il Prof. Antonio Giolo, coordinatore dell’incontro

 Il Delta, come è stato ribadito nell’incontro da Eddy Boschetti, è la più grande area umida dell’Europa se si prende in considerazione tutta la gronda lagunare che parte da Venezia e arriva a Ravenna.

Margherita Marchesi presentando la sua Tesi “La Lista del Patrimonio Mondiale e programmi UNESCO per uno sviluppo turistico sostenibile del patrimonio legato all’acqua”, ha affermato che il riconoscimento dell’Organizzazione culturale dell’ONU ha l’obiettivo di far sì che “i bisogni economici e sociali di un’area siano soddisfatti preservando l’integrità culturale, gli equilibri fondamentali della natura e la biodiversità”.

Margherita, con l’ausilio di slides, ha illustrato i contenuti della sua Tesi, che trattano soprattutto del turismo legato all’acqua. Per quanto riguarda l’acqua ha detto che il turismo della navigazione nei fiumi ha cominciato a svilupparsi dagli anni Settanta del Novecento, con escursioni brevi, crociere fluviali, noleggio di houseboat (case sull’acqua) , canottaggio, canoa-kayak, pesca sportiva, passeggiate ed escursioni lungo i corsi d’acqua, visite a musei dell’acqua.

La Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera, in cui è stato inserito il Delta, è stata creata nel 1971, all’interno del Programma MAB (Man and Biosphere Programme), che mira a “stabilire una base scientifica per migliorare la relazione tra le persone e i loro ambienti”. Il Delta è stato riconosciuto come Riserva della Biosfera nel 2015 e con l’obiettivo di favorire “uno sviluppo sostenibile strettamente legato alla natura, che comprende la valutazione dei servizi eco sistemici e la produzione di energia rinnovabile”; il Programma intende anche sostenere attività specifiche, riconosciute di grande importanza per la biodiversità, come la piscicoltura lagunare e la risicoltura, promuovendo la certificazione ambientale dei prodotti e il turismo lento.

Stimolante è stata poi la relazione del presidente provinciale del WWF, Eddy Boschetti, che vanta un impegno più che trentennale a favore del Delta. Egli ha descritto il Delta come un’incompiuta”, perché non sono stati risolti i problemi che c’erano all’atto dell’istituzione del Parco, a causa di compromessi e di ritardi, causati anche dagli scarsi investimenti; addirittura si piantano meno alberi di dieci anni fa. Inoltre c’è poco dialogo fra gli Enti, fra i Comuni stessi che fanno parte del Parco Veneto. Con il riconoscimento del MAB UNESCO si cerca di superare questi limiti.

Secondo Boschetti non si tratta di realizzare grandi cose,   come costruire sugli scanni, ma di integrare gli interventi, di riconvertire i sistemi di coltivazione, di conservare al meglio il territorio come si è fatto in passato, mettendosi nei panni dei turisti, realizzando percorsi che rispettino la natura. Bisogna prendere atto che il Delta, come lo è stato in passato, è in continuo cambiamento, con una diminuzione della biodiversità; si nota, ad esempio, la presenza di una fauna che un tempo non c’era, come le tartarughe marine e i fenicotteri. Crescono specie che ricercano luoghi caldi.

Diverse domande sono state poste da un pubblico numeroso e attento su che cosa si può fare per promuovere un territorio così importante, preservandone le singolari caratteristiche.

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