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PATENTE A CREDITI: PRESENTARE LA DOMANDA 2 VOLTE!

La paura di incorrere in un flop clamoroso è stata tanta; cosicché, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha deciso di prevenire eventuali figuracce. Al fine di evitare che il click day di martedì 1° ottobre mandi in tilt il portale dove almeno 66.300 imprese venete del comparto casa (vedi Tab. 1) dovranno presentare digitalmente la domanda per ottenere la patente a crediti, l’INL ha concesso ai richiedenti un’altra opportunità. Da martedì scorso, infatti, possono inviare un’autocertificazione per mezzo Pec che, per tutto il mese di ottobre, costituirà una modalità alternativa all’inserimento della domanda[1] nel portale dell’INL. Operazione, quest’ultima, che comunque dovrà essere eseguita entro la fine del prossimo mese, pena l’impossibilità da parte degli operatori di continuare a lavorare nei cantieri temporanei o mobili a partire dal 1° novembre. Con una conseguenza, purtroppo, molto fastidiosa: per tante imprese la richiesta della patente a crediti dovrà essere eseguita due volte. A denunciarlo è la CGIA di Mestre.

Sia chiaro, a questi soggetti non viene chiesto uno sforzo titanico, ci mancherebbe. L’ “impegno” burocratico da assolvere, infatti, è molto contenuto. Comunque sia, è una questione di principio. Ci troviamo di fronte all’ennesima impreparazione della Pubblica Amministrazione che, nonostante abbia avuto cinque mesi di tempo per “organizzarsi”[2], continua a scaricare sugli utenti la propria imperizia.  In primo luogo va ricordato che il ministero del Lavoro, conscio del ritardo maturato negli ultimi due mesi, ha comunque deciso di non concedere la proroga all’entrata in vigore del nuovo provvedimento. Ipotesi, quest’ultima,  che qualche settimana fa era stata chiesta sia dalle forze politiche di maggioranza che di opposizione. In secondo luogo va sottolineato che alle aziende viene chiesto di certificare il possesso di requisiti che gli enti preposti (Camera di Commercio, Inps, Agenzia delle Entrate, etc.), dispongono già[3]. Insomma, non c’è verso. La Pubblica Amministrazione continua a fare spallucce, si muove con una lentezza disarmante, continuando imperterrita a chiedere ai destinatari, in questo caso alla aziende, informazioni e documenti in suo possesso.

  • Servono più controlli sostanziali

Più in generale, inoltre, la CGIA è convinta che con questo nuovo strumento difficilmente si riuscirà a ridurre drasticamente l’elevato  numero di infortuni e di morti bianche che, purtroppo, caratterizzano il settore delle costruzioni. Per contrastare queste tragedie, invece, bisognerebbe aumentare sensibilmente il numero dei controlli ed eseguirli con più efficacia. L’attività ispettiva, infatti, dovrebbe privilegiare i profili sostanziali di sicurezza e di salute nei cantieri, anziché soffermarsi, come spesso accade oggi, sugli aspetti formali privi di alcuna valenza preventiva. Insomma, meno meticolosità sulla completezza di documenti cartacei e relazioni tecniche, più rigore nei confronti di chi, ad esempio, ha montato un ponteggio non ancorandolo correttamente o, nei lavori in quota, non ha installato barriere anti caduta, parapetti e reti di sicurezza.

  • Cantieri: infortuni in aumento e decessi in calo

Nei primi 7 mesi del 2024 rispetto allo spesso periodo del 2023 le denunce di infortunio nel settore delle costruzioni in Veneto sono aumentate di 284 unità. Se tra gennaio e luglio dell’anno scorso gli infortuni nei cantieri hanno interessato 2.275 persone, quest’anno sono saliti a 2.559 (+12,5 per cento). A livello regionale, le variazioni di crescita più importanti hanno interessato l’Umbria (+25,1 per cento), la Campania (+24,2 per cento),  la Sardegna (+23,3 per cento) e la Liguria (+21,3 per cento) (vedi Tab. 2). Per quanto concerne le denunce con esito mortale registrate in Veneto sempre nel settore delle costruzioni in Veneto, nella prima parte del 2023 sono state 4, quest’anno una (variazione assoluta -3).  In valore assoluto le regioni più interessate da questi drammi sono state la Lombardia e la Sicilia, ognuna con 10 decessi. Tuttavia, se la prima rispetto a gennaio-luglio del 2023 ha registrato una diminuzione di 4 unità, la seconda, invece, ha subito un incremento di 4. Seguono la Toscana con 9 decessi (+8 rispetto al 2023), l’Emilia Romagna con 7 (+3) e il Lazio con 6 (+4) (vedi Tab. 3 ).

  • Nei primi 7 mesi di quest’anno, in tutti i luoghi di lavoro ci sono stati 18 morti in più del 2023. A Roma, Pavia, Bologna, Ferrara e Palermo le situazioni più drammatiche

In Italia ci sono oltre mille morti sul lavoro e quasi 600mila infortuni all’anno. I cantieri sono tra i luoghi di lavoro più a rischio di incidenti mortali, in particolare per la caduta dall’alto, per seppellimento a seguito di lavori di sbancamento e per soffocamento a seguito di interventi in ambienti confinati. Purtroppo, nei primi mesi di quest’anno la situazione è peggiorata. Tra gennaio e luglio il numero totale dei decessi avvenuti in tutti i luoghi di lavoro ha interessato 577 persone, 18 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’area metropolitana di Roma è il territorio più interessato dalle morti; se nei primi 7 mesi del 2024 sono state 49, nello stesso arco temporale del 2023 erano state 33 (+16). L’area capitolina risulta avere il doppio dei decessi avvenuti a Milano che ne ha registrati 23 (-4). Seguono Napoli con 22 (-1) e Brescia sempre con 22 (+3). Segnaliamo, infine, che tra tutte le 107 province d’Italia monitorate, solo 7 non hanno registrato alcun decesso mortale negli ambienti di lavoro. Esse sono: Ascoli Piceno, Arezzo, Benevento, Enna, Pistoia, Prato e Rovigo (vedi Tab. 4). 

Tab. 1 – Stima delle aziende che dovranno chiedere la patente a crediti

(dati al 30.06.2024)

Regioni Società di Società di Imprese Altre TOTALE
  capitali persone individuali forme (*)  
Lombardia 47.340 13.224 80.638 2.827 144.029
Lazio 39.890 4.472 36.049 3.111 83.522
Campania 30.681 6.554 35.434 4.407 77.076
Emilia Romagna 20.231 6.885 42.082 1.235 70.433
Veneto 18.681 8.167 38.723 784 66.355
Piemonte 13.363 6.903 44.569 677 65.512
Toscana 15.333 6.516 35.002 1.093 57.944
Sicilia 18.846 3.756 26.570 4.329 53.501
Puglia 17.105 2.768 23.712 2.020 45.605
Liguria 6.245 3.038 19.876 540 29.699
Sardegna 7.791 2.171 12.267 674 22.903
Calabria 8.117 1.948 11.570 525 22.160
Marche 6.161 2.344 10.385 361 19.251
Abruzzo 7.942 2.089 8.631 482 19.144
Trentino Alto Adige 4.162 2.054 8.716 253 15.185
Friuli Venezia Giulia 3.807 1.700 9.542 126 15.175
Umbria 3.709 1.609 6.503 262 12.083
Basilicata 2.473 589 3.121 376 6.559
Molise 1.504 344 2.068 78 3.994
Valle d’Aosta 497 255 1.633 32 2.417
TOTALE ITALIA 273.878

(32,9% del tot.)

77.386

(9,3% del tot.)

457.091

(54,9% del tot.)

24.192

(2,9% del tot.)

832.547

(100% del tot.)

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Unioncamere-Infocamere-Movimprese

(*) Cooperative, consorzi e altro

Tab. 2 – Denunce d’infortunio nel settore delle costruzioni

Regioni Gen – Lug Gen – Lug Variazione Variazione
  2023 2024 assoluta %
Abruzzo 551 666 +115 +20,9
Basilicata 149 139 – 10 -6,7
Calabria 328 394 +66 +20,1
Campania 691 858 +167 +24,2
Emilia Romagna 2.175 2.429 +254 +11,7
Friuli Venezia Giulia 494 595 +101 +20,4
Lazio 1.148 1.334 +186 +16,2
Liguria 715 867 +152 +21,3
Lombardia 2.834 3.355 +521 +18,4
Marche 747 834 +87 +11,6
Molise 59 68 +9 +15,3
Piemonte 1.130 1.237 +107 +9,5
Puglia 917 986 +69 +7,5
Sardegna 386 476 +90 +23,3
Sicilia 901 1.013 +112 +12,4
Toscana 1.731 2.003 +272 +15,7
Prov. Aut. Bolzano 712 817 +105 +14,7
Prov. Aut. Trento 326 359 +33 +10,1
Umbria 399 499 +100 +25,1
Valle d’Aosta 59 64 +5 +8,5
Veneto 2.275 2.559 +284 +12,5
ITALIA 18.727 21.552 +2.825 +15,1

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Inail

Tab. 3 – Denunce d’infortunio con esito mortale nel settore delle costruzioni

Regioni Gen – Lug Gen – Lug Variazione
  2023 2024 assoluta
Abruzzo 2 4 +2
Basilicata 0 0 0
Calabria 1 3 +2
Campania 3 5 +2
Emilia Romagna 4 7 +3
Friuli Venezia Giulia 2 1 – 1
Lazio 2 6 +4
Liguria 0 2 +2
Lombardia 14 10 – 4
Marche 2 2 0
Molise 0 0 0
Piemonte 5 6 +1
Puglia 9 4 – 5
Sardegna 0 1 +1
Sicilia 6 10 +4
Toscana 1 9 +8
Prov. Aut. Bolzano 2 3 +1
Prov. Aut. Trento 0 3 +3
Umbria 1 1 0
Valle d’Aosta 0 1 +1
Veneto 4 1 -3
ITALIA 58 79 +21

 

Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Inail

Tab. 4 Denunce di infortunio mortale in TUTTI i luoghi di lavoro per provincia/Città metropolitana di accadimento

Province/ Gennaio-Luglio Gennaio-Luglio Differenza
Città metropolitana 2023 2024 (valore

assoluto)

Verona 15 11 -4
Venezia 11 10 -1
Padova 9 9 0
Treviso 10 4 -6
Vicenza 4 2 -2
Belluno 0 1 +1
Rovigo 2 0 -2
VENETO 51 37 -14
ITALIA 559 577 +18

                                          Elaborazione Ufficio studi CGIA su dati Inail

 

[1] Il rilascio della patente a crediti è automatico e, comunque, tra la domanda e il rilascio del documento il richiedente può lavorare, salva diversa comunicazione notificata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro

[2] La legge di conversione del decreto del 2 marzo 2024 n. 19 è datata 29 aprile 2024.

[3] La patente è rilasciata, in formato digitale, in base al possesso dei seguenti requisiti:

a – iscrizione alla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura;

b – adempimento, da parte dei datori di lavoro, dei dirigenti, dei preposti, dei lavoratori autonomi e dei prestatori di lavoro, degli obblighi formativi previsti dalla legge;

c – possesso del documento unico di regolarità contributiva in corso di validità;

d – possesso del documento di valutazione dei rischi, nei casi previsti dalla normativa vigente;

e – possesso della certificazione di regolarità fiscale, di cui all’articolo 17-bis, commi 5 e 6, del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nei casi previsti dalla normativa vigente;

f – avvenuta designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, nei casi previsti dalla normativa vigente.

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