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SITUAZIONE SEMPRE PIU’ DELICATA PER IL FUTURO DELL’ISTITUTO IRAS – CGIL, CISL, UIL

“CGIL, CISL e UIL: non sappiamo quale sia il piano industriale ne cosa preveda, ma soprattutto abbiamo sentore che le parti in causa sono molto lontane. A rischio il lavoro, lo stipendio e l’assistenza socio sanitaria che per anni è stata un esempio in tutta la Provincia. Per questo motivo, fortemente allarmati, chiediamo la presenza di Luca Zaia al tavolo in Prefettura”.

Prosegue senza sosta la trattativa fra gli Enti preposti alla discussione sul futuro di IRAS oppure no? Le rappresentanze sindacali di CGIL, CISL e UIL provinciali se lo stanno chiedendo da qualche settimana, non avendo più avuto alcuna risposta e nessun documento rispetto all’ultimo incontro avuto in Prefettura a Rovigo nello scorso mese di giugno.

Le notizie che circolano nei corridoi della storica casa di riposo, non sono di certo
confortanti per le quasi 200 persone che vi lavorano: scarsi contatti fra Comune e Regione e poche certezze se non la conclamata volontà di partire, secondo i bene informati, dalla chiusura di una delle due sedi, appunto Casa Serena.
Ma questo sarebbe il risultato di 6 anni di commissariamento regionale più i 3 di governo locale del Sindaco di Rovigo?

Voci e considerazioni che arrivano, sono solo di carattere mediatico e di certo questo non sta aiutando in alcun modo la gestione della trattativa e men che meno vi sono rassicurazioni per le maestranze, in gran parte donne che da anni lavoratono come operatrici socio sanitarie, infermiere oltra a tutto il personale di educatori, psicologi, edocatori e personale amministrativo e tecnico.

“Da settimane, nonostante le nostre lettere scritte, richieste più che legittime di conoscere i contorni del nuovo piano industriale dell’avvocato Zanon non hanno avuto alcun seguito- afferma Cristiano Pavarin, segratario della UIL FPL di Rovigo che continua – comprendiamo la difficoltà di avere un problema che nasce da lontano, il 2004 con la convenzione, ma allo stesso tempo chiediamo un confronto chiaro sulla dinamica e sulle possibili soluzioni. Ipotizzare la chiusura di
una parte di Ente, lasciando sul pezzo una parte di lavoratori e almeno una 40 di autosufficienti che non avrebbero alternative se non la strada non ci sembra coerente con il livello degli interlocutori in campo. Per questo chiediamo un confronto urgente”.

Ultimamente la preoccupazione non è tanto per i toni o la lungaggine della trattativa fra i vari Enti e istituzioni ma quanto al fatto che il perdurare di una incertezza sul piano di ristrutturazione generale dell’Ente non deponga a favore delle casse IRAS e soprattutto che la cosa possa urtare la pace finanziaria attivata dalle banche.

“C’è non solo preoccupazione per la garanzia dei posti di lavoro in quanto tali ma quello che il perdurare delle trattative per il risanamento e le scelte sul futuro dello storico istituto di assistenza è la crisi che si potrebbe aprire con gli istituti di credito – afferma Davide Benazzo, segretario generale della FP CGIL di Rovigo che continua – abbiamo attivato sit in e mosso in ogni dove i lavoratori veri protagonisti loro malgrado di questa annosa questione, il rispetto per loro per i tanti sacrifici fatti in questo periodo stridono con il rischio di veder sospesi i fidi che le banche erogano per pagare le retribuzioni. Non sentiamo un clima di collaborazione piena fra Regione e Comune e nessun segno di intervento nemmeno da Ater che doveva intevenire anch’esso per dare un supporto
finanziario. Andremo a chiedere al Prefetto una convocazione di tutti perchè per noi la garanzia del lavoro è al primo posto, nel oltre le beghe politiche”.

Di certo la situazione è alquanto complessa: tanti i soldi spesi in consulenze da una parte e dall’altra e molti i soldi che ci vorrebbero perchè la soluzione fosse risolta, circa un 10-12 milioni di euro.

“Siamo di fronte ad un susseguirsi di non scelte che portano i lavoratori ad un forte disorientamento e soprattutto a vivere ogni giorno con il cuore in gola sperando che le istituzioni preposte diano la parola fine a quanto sta accadendo – dice Franco Maisto della CISL FP – chiediamo che al tavolo ci sia la presenza della Regione del Veneto ai massimi livelli, perchè crediamo ancora fermamente che si possa salvare l’IRAS con tutto il suo valore aggiunto le lavoratrici ed i lavoratori che non si sono mai fermati o arresi nemmeno di fronte al covid o al
blocco degli stipendi di febbraio. Le scelte industriali vanno fatte e le pretendiamo”.

Attualmente i soldi per l’IRAS li metterebbe il Comune di Rovigo, dove il Sindaco Gaffeo ha disponibili 3,2 milioni di euro, ma non basterebbero, servono almeno altre 4 milioni da Ater oltre ai 2.4 mln del PNRR. E con questi si dovrebbe cominciare a vedere una rinascita di IRAS e Casa Serena.
Al momento l’unica certezza è che le parti verranno convocate dal Prefetto a cui è giunta una nota unitaria che indica la presenza di Luca Zaia e dell’Assessore Lanzarin come parti necessarie per dirimere una questione che va troppo per le lunghe. “Siamo consapevoli di essere alle battute finali, ma dicono insieme Benazzo, Maisto e Pavarin- oggi non possiamo più permetterci di muoverci al buio, vogliamo un piano industriale e la volontà delle parti che sia espressa chiaramente allo stesso tavolo.

FP CGIL               CISL                    FP UIL
Davide Benazzo,  Franco Maisto,  Cristiano Pavarin

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